Corriere della Sera

Sicilia, Pisapia contro Mdp. Poi la tregua

Le critiche per la scelta di correre da avversari del Pd. L’incontro con Speranza: continua il percorso unitario Bersani: serve discontinu­ità, mai con Alfano. E l’ex sindaco punta a un ticket di centrosini­stra Micari-Fava

- Monica Guerzoni

Prima lo schiaffo a distanza, poi la stretta di mano dal vivo. I rapporti tra il mondo di Pisapia e quello di Bersani vanno avanti così, sull’orlo della rottura ecco che scoppia una scintilla di pace. È accaduto anche ieri, quando l’ex sindaco di Milano ha finalmente incontrato Roberto Speranza e messo nero su bianco l’impegno a non mandare all’aria le nozze fra Campo Progressis­ta e Articolo 1 - Mdp, il partito nato dalla scissione del Pd.

In via Zanardelli, nuova «ditta» di bersaniani e dalemiani, Pisapia ha confermato l’intenzione di andare avanti col «percorso unitario nazionale per la costruzion­e di un nuovo centrosini­stra, in discontinu­ità con le attuali politiche del Pd». E anche se nelle urne del 5 novembre dovessero arrivare divisi, i rispettivi gruppi dirigenti la prossima settimana si incontrera­nno.

La nota congiunta non era scontata, visto com’erano andate le cose al mattino. Pisapia scende dal treno, si chiude con la sua piccola squadra in un centro congressi alla stazione Termini e, quando ne esce, scuro in viso, liquida brusco la politica dei compagni di strada: «Mdp in Sicilia? Ha fatto scelte che non condividia­mo». E se Bersani poco prima aveva fatto il pompiere smentendo tensioni, Pisapia smentisce Bersani: «C’è da chiarire se rivive il progetto originario di una coalizione di centrosini­stra, sfidante rispetto al Pd». Parole che avevano fatto esultare i renziani, convinti che il sogno del partito di sinistra coltivato da D’Alema sotto la guida dell’«ineffabile avvocato» milanese stesse per naufragare sui lidi siciliani.

E invece no, la giornata del centrosini­stra è scandita dai colpi di scena. Chi nel Pd si aspettava il via libera di Pisapia alla candidatur­a del rettore Fabrizio Micari rimane deluso, perché l’ex sindaco non intende giocare «una competizio­ne nazionale fondata su uno schema di alleanze ambigue e innaturali rispetto al mondo progressis­ta». Nella nota il nome di Alfano non c’è, ma è al ministro degli Esteri che Pisapia si riferisce quando stoppa gli «schematism­i nazionali» che hanno messo d’accordo il leader di Ap con Matteo Renzi. E ce n’è anche per Bersani e compagni, ai quali rimprovera l’«autolesion­ismo» che li porta a fare in Sicilia mera testimonia­nza.

Ecco allora la ricetta di Pisapia per battere il tafazzismo e non arrivare al voto con due candidati, regalando la Sicilia a Berlusconi o a Grillo: azzerare tutto e chiedere a Micari e al candidato di Mdp Claudio Fava di aprire il dialogo «per costruire una piattaform­a programmat­ica unitaria, non inquinata da ambiguità». Un ticket Micari—Fava? La formula potrebbe essere questa. Il rettore è pronto a raccoglier­e il guanto di sfida che gli ha lanciato Fava, sfidandolo al duello con le primarie.

Roberto Speranza è contento perché l’incontro dal suo punto di vista ha spazzato via le ambiguità. «Se salta l’alleanza con Alfano e quella di centrosini­stra ridiventa una coalizione classica il giorno dopo si fanno le primarie — spera in una ricucitura il coordinato­re di Mdp — Noi non abbiamo rotto perché siamo matti, ma perché Renzi ha trasformat­o Alfano nel perno della coalizione, facendo uno scambio sulla legge elettorale».

Nel Pd la prendono male. Lorenzo Guerini, regista dell’accordo con Alfano, dà voce ai sospetti del Nazareno: «Forse da

Micari e Fava aprano un dialogo per un programma unitario Non ci rassegniam­o all’autolesion­ismo delle forze del centrosini­stra e della sinistra Giuliano Pisapia Il mio rapporto con Giuliano è tra il buono e l’ottimo Ma se vuole Alfano e compagni, c’è qualche problema, non per me, ma per la nostra gente Pier Luigi Bersani

parte di qualche dirigente di Mdp c’è la voglia di danneggiar­e il Pd sulla pelle dei siciliani». A sera, a In Onda su La7, Pier Luigi Bersani si mostra stupito per l’uscita di Guerini, che un tempo riteneva uno dei migliori al Nazareno. In compenso con Pisapia «i rapporti sono fra il buono e l’ottimo», ma certo l’ex segretario riconosce che di ombre da fugare ce ne sono parecchie: «Se vuole una discontinu­ità e un centrosini­stra pulito ci siamo. Ma se vuole Alfano e compagni, c’è qualche problema». Può suonare strano detto da uno che se n’è andato, ma Bersani non disdegnere­bbe un invito alle Feste dell’Unità. Quando quelli del Pci buttarono fuori quelli del Manifesto li invitarono, ricorda. «Oggi invece parlano tra loro».

 ??  ?? Insieme L’incontro tra Giuliano Pisapia e Pier Luigi Bersani, avvenuto il 1° luglio 2017, in piazza Santi Apostoli a Roma, durante la kermesse politica «Insieme, nessuno escluso» (Mistrulli)
Insieme L’incontro tra Giuliano Pisapia e Pier Luigi Bersani, avvenuto il 1° luglio 2017, in piazza Santi Apostoli a Roma, durante la kermesse politica «Insieme, nessuno escluso» (Mistrulli)

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