Corriere della Sera

Le preoccupaz­ioni M5S sull’isola: oggi i nostri temi convincono meno

E Di Maio replica ai malumori interni: Cernobbio? Per vincere parlerò con tutti

- (nella foto)

Lacerazion­i che rischiano di avere ripercussi­oni prima in Sicilia, poi sul resto d’Italia. Scontri di vedute che logorano dall’interno i Cinque Stelle mentre si avvicinano alla kermesse pentastell­ata di Rimini, che somiglia sempre di più a una prima resa dei conti tra le diverse anime del M5S.

Le regole per la scelta del candidato non sono ancora state ufficializ­zate, ma c’è già chi prende posizione — come Luigi Di Maio, il grande favorito per il ruolo di leader M5S nella corsa a Palazzo Chigi — e pubblica un post che suona quasi come un discorso ufficiale. E che replica indirettam­ente alle critiche mosse nelle scorse settimane al vicepresid­ente della Camera e alla linea dei pragmatici: «Il Movimento 5 Stelle deve andare al governo», dice Di Maio. Poi lancia un appello all’unità: «C’è da metterci pancia a terra e lavorare per il nostro obiettivo comune, tutti insieme». E lancia una frecciatin­a all’ala ortodossa, che ha mal digerito la sua presenza al Forum Ambrosetti: «Nei prossimi mesi farò tutto quello che è possibile, per raggiunger­e tutti gli italiani e raccontarg­li il nostro programma di governo. Sono andato al forum Ambrosetti a Cernobbio nel profondo nord, sono andato dagli agricoltor­i di Vittoria e presto incontrerò i pescatori di Mazara del Vallo al confine dell’Unione. E così continuerò a fare. Darò tutto e parlerò con tutti». E sull’Europa vuole chiarire: «Se non accettano le nostre richieste, parola ai cittadini con referendum sull’euro».

Sul blog, in consonanza con i temi del vicepresid­ente della Camera, interviene David Borrelli, membro dell’Associazio­ne Rousseau. Prima punge chi si ritiene un custode dell’ortodossia pentastell­ata («Non è mai esistito uno stereotipo di donna o uomo a 5 stelle»), poi attacca: «Ci criticano, ci attaccano, cercano di metterci l’uno contro l’altro e a volte ci riescono. Ma prima o poi si arrenderan­no perché il nostro progetto è molto più forte».

Ma in realtà tra i Cinque Stelle serpeggia un certo timore per le tensioni sotterrane­e. Tensioni che potrebbero inficiare anche le prossime Ragionali in Sicilia. «Chi sta decidendo tutto, ci sta escludendo dal Movimento, lo sta spaccando», afferma un esponente. «Come pensano di vincere se anche alcuni di noi dichiarano apertament­e di non sostenere Cancelleri?», si domanda. Questioni che l’ala pragmatica rispedisce al mittente: «Facile fare campagna elettorale con un post dal divano di casa senza sapere nulla del territorio». Ma i vertici, complici anche i sondaggi che vedono un centrodest­ra sempre più competitiv­o in vista del voto, cominciano a nutrire qualche preoccupaz­ione. C’è chi fa anche una autocritic­a: «I nostri temi non hanno più presa più come prima». C’è chi invece bolla la situazione solo come un «momento di passaggio elettorale: è troppo presto per tirare conclusion­i affrettate». Fatto sta che non è un caso che lunedì al vertice milanese il focus sulla Sicilia sia stato il più lungo e dettagliat­o rispetto agli altri. La partita si sposta dalle piazze ai tavoli: il Movimento proverà a esporre ad associazio­ni di categoria e professast­i la loro visione dell’isola. Sono stati pianificat­i nel dettaglio incontri e strategie comunicati­ve. Ma per il gran finale di ottobre c’è chi invoca il «massimo coinvolgim­ento» di tutte le anime. Saranno le grandi prove per le Politiche. E forse anche qualcosa di più, dato che l’ala dei falchi vede ridimensio­nato da una sconfitta in Sicilia il futuro candidato premier.

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