Kim promette «pacchi regalo» agli Usa Putin: rischio catastrofe, basta isterismi
Manovre militari in Cina, Washington vende armi a Seul e Tokyo. La Francia: Europa in pericolo
Kim, attraverso il suo ambasciatore all’Onu, avverte che invierà «nuovi pacchi regalo agli Usa». Una frase che molti hanno collegato alla segnalazione dell’intelligence: nella notte il regime ha spostato sulla costa occidentale un lanciatore con un missile a lungo raggio, mossa che potrebbe preludere a un test. Forse sabato oppure qualche giorno dopo.
I movimenti sono seguiti con grande attenzione all’estero. I cinesi hanno svolto un’esercitazione nella baia di Bohai nel corso della quale hanno intercettato un missile. Significativo, perché probabilmente il tiro non è un messaggio rivolto solo all’America ma anche al vicino terribile — Kim — nell’ambito della partita a scacchi regionale. E un ex funzionario del Dipartimento di Stato ha aggiunto che il Pentagono potrebbe cercare di fare lo stesso nel caso di un nuovo lancio nordcoreano per dimostrare al Maresciallo che possono parare i suoi colpi, azione di contrasto sulla quale però non tutti sono pronti a scommettere. Intanto Trump, usando Twitter, ha annunciato il via libera alla vendita di armi sofisticate a Corea del Sud e Giappone, i due Paesi maggiormente esposti. Non gli unici. La ministra della Difesa francese, Florence Parly, parlando ai militari ha sostenuto che esiste un «rischio» anche per l’Europa, in quanto i vettori del Nord possono raggiungere il Vecchio Continente. Allarme rivolto all’interno, però con implicazioni che si estendono all’intera Unione, preoccupata per il rapido deterioramento del quadro. Come lo è il Cremlino.
Vladimir Putin, a margine del vertice Brics a Pechino, ha messo in guardia sul rischio che la crisi diventi «una catastrofe planetaria con un grande numero di vittime». Tagliente, il leader ha sottolineato come i nordcoreani non vogliano fare la fine dell’Iraq di Saddam, ha esortato gli Usa, senza citarli, a mettere fine alla loro «isteria militare». A margine una battuta. Gli hanno chiesto come reagirebbe ad un eventuale impeachment di Trump e lui ha risposto secco: «Non sono suo marito e lui non è mia moglie».
Tornando sul contrasto asiatico la posizione del Cremlino è che serve il dialogo in quanto la strada delle sanzioni si è rivelata inutile. Per Mosca un voto lunedì del Consiglio di Sicurezza Onu sarebbe prematuro, passo invece auspicato dagli americani. Valuteremo la bozza, hanno detto i russi, e l’approveremo a patto che non provochi una escalation. Putin avrà modo di spiegare in modo diretto la sua posizione al presidente sudcoreano Moon Jae-in e al premier nipponico Abe in un incontro previsto per oggi a Vladivostok.
Infine da Pechino, la capitale alla quale tutti guardano nella speranza di trovare un filo negoziale, arriva una valutazione degli scienziati. La montagna sotto la quale sono avvenute le più importanti prove nucleari del Nord, compresa l’ultima, potrebbe «crollare» a causa delle fratture subite.