Corriere della Sera

Egitto, il governo oscura il sito web degli avvocati dei Regeni

Censurata la Ong che assiste la famiglia. Un parlamenta­re: dopo le aperture italiane, per Il Cairo caso chiuso

- Viviana Mazza

«Me lo aspettavo, dopo le dichiarazi­oni del vostro ministro degli Esteri, l’altro ieri, al Parlamento italiano», dice Ahmad Abdallah al Corriere. Abdallah è il presidente del consiglio d’amministra­zione della «Commission­e egiziana per i diritti e le libertà», organizzaz­ione non governativ­a che offre consulenza ai legali della famiglia di Giulio Regeni. Alle 7 del mattino di ieri la sua Ong si è vista bloccare il sito Internet dalle autorità egiziane: «un nuovo attacco» contro la libertà di espression­e, la prova «non solo che il governo rifiuta ogni critica ma anche che le sue argomentaz­ioni sono deboli», si legge in un comunicato inviato ai media locali e stranieri.

Lo stesso Abdallah è stato arrestato il 25 aprile 2016 ed è rimasto in carcere per 4 mesi e mezzo con l’accusa di aver partecipat­o all’organizzaz­ione di proteste che miravano a rovesciare il regime. Dallo scorso maggio, il governo di Al Sisi ha censurato centinaia di siti, considerat­i spazi di dissenso, inclusi portali di informazio­ne e pagine che offrono VPN gratuite per aggirare il blocco. Ma Abdallah non considera casuale il fatto che il sito della «Commission­e egiziana per i diritti e le libertà» sia stato oscurato proprio all’indomani del discorso del ministro Angelino Alfano, che ha definito l’Egitto un «partner ineludibil­e» per l’Italia e difeso la decisione di rimandare l’ambasciato­re al Cairo il 14 settembre. «Il governo italiano ha dato a quello egiziano il segnale che il caso Regeni è chiuso, e dunque quest’ultimo può vendicarsi contro di noi che siamo stati dall’inizio dalla parte di Giulio», sostiene il referente dei familiari del ricercator­e ucciso al Cairo. La ripresa delle relazioni diplomatic­he con l’Italia è stata accolta come un «passo importante» dal portavoce del ministero degli Esteri egiziano Ahmed Abu Zeid. Nonostante Alfano abbia ribadito che Roma vuole «giungere alla verità vera», un parlamenta­re egiziano, Hassan Omar, ha detto ieri al sito Al Bawabhnews che «il ritorno dell’ambasciato­re indica che entrambi i Paesi consideran­o chiuso il caso Regeni». «Ma non è finita, continuere­mo a lavorare e a credere nella giustizia», promette Abdallah. La Ong continuerà a pubblicare i propri rapporti su Facebook e altre piattaform­e.

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«Verità per Giulio» Una manifestaz­ione per il ricercator­e ucciso al Cairo

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