Tanti i quesiti difficili, lo scoglio è matematica Ci sono anche Hawking e i Patti Lateranensi
IL COMMENTO
Anche quest’anno mi è stato chiesto di cimentarmi nel test d’ingresso a Medicina. A oltre trent’anni dalla mia laurea. Purtroppo sono peggiorato: questa volta ho impiegato più tempo (52 minuti contro 44) e ho commesso più errori (16 contro 11).
Rispetto all’anno scorso i quiz di logica sono sembrati più impegnativi (ne ho sbagliati ben 6 su 20). L’impressione è che in questo caso il fattore tempo potesse fare però la differenza. Prendendosi tutto quello necessario probabilmente il numero dei «passi falsi» avrebbe probabilmente essere ridotto significativamente.
La seconda sezione, quella dedicata alla cultura generale, constava di due sole domande, che credo si possano archiviare nella categoria «facilissime»: una sui Patti Lateranensi e una sull’autore del libro Dal big bang ai buchi neri, Stephen Hawking.
Ovviamente è un’opinione, però la sensazione che lasciano è che i compilatori del test abbiano attribuito talmente poco peso a questo settore da averlo quasi «buttato lì» distrattamente. Rimane un po’ di retrogusto amaro nel constatare quanto un orizzonte culturale vasto possa essere così poco importante per un futuro medico. Certo può essere più difficile da misurare, però se conta così poco c’è da chiedersi se non valga la pena toglierlo del tutto.
La terza parte del test verteva su 18 domande di biologia. Ne ho sbagliata solo una (come l’anno scorso) però c’era il «doping»: io quella «roba» non solo l’ho studiata per dare diversi esami, ma ho dovuto aggiornare costantemente le mie conoscenze.
E in tutta onestà su alcune risposte ho avuto qualche incertezza (e un po’ di fortuna).
Anche quest’anno la difficoltà di questi quiz è sembrata sproporzionata rispetto alle basi che si può supporre vengano acquisite in questa materia in una scuola superiore.
Però rimane valida la considerazione che ciò possa rappresentare un valido criterio motivazionale: chi durante l’estate ha studiato di più avrà raggiunto un miglior punteggio. E quindi se lo sarà meritato (oltretutto è un buon allenamento in vista dei primi esami).
Per i 12 quiz di chimica, e gli 8 di fisica e matematica, che chiudono l’agone, forse può valere la considerazione opposta. Se per chi scrive sono state una vera Caporetto, con ben 9 errori, è possibile che invece chi è fresco di studi secondari superiori abbia trovato l’impegno molto più abbordabile.
Ricorre l’impressione di trovarsi di fronte a una misura di attitudine incompleta per una professione che richiede soprattutto intelligenza, comprensione, capacità di analisi e umanità. Potrebbe sembrare più auspicabile sbilanciare il test verso le domande di logica, almeno in apparenza meno penalizzanti per chi sa meno, per esempio, di matematica. Però è anche vero che maneggiare con dimestichezza questa materia sarà sempre più importante per chi si cimenterà nella professione medica.
Il metodo perfetto non esiste. Della prova di medicina si può comunque apprezzare il fatto che, con tutti i suoi limiti, rappresenta, appunto, un primo «test», della reale volontà di fare il medico, costi quel che costi.