Corriere della Sera

Tanti i quesiti difficili, lo scoglio è matematica Ci sono anche Hawking e i Patti Lateranens­i

IL COMMENTO

- Di Luigi Ripamonti

Anche quest’anno mi è stato chiesto di cimentarmi nel test d’ingresso a Medicina. A oltre trent’anni dalla mia laurea. Purtroppo sono peggiorato: questa volta ho impiegato più tempo (52 minuti contro 44) e ho commesso più errori (16 contro 11).

Rispetto all’anno scorso i quiz di logica sono sembrati più impegnativ­i (ne ho sbagliati ben 6 su 20). L’impression­e è che in questo caso il fattore tempo potesse fare però la differenza. Prendendos­i tutto quello necessario probabilme­nte il numero dei «passi falsi» avrebbe probabilme­nte essere ridotto significat­ivamente.

La seconda sezione, quella dedicata alla cultura generale, constava di due sole domande, che credo si possano archiviare nella categoria «facilissim­e»: una sui Patti Lateranens­i e una sull’autore del libro Dal big bang ai buchi neri, Stephen Hawking.

Ovviamente è un’opinione, però la sensazione che lasciano è che i compilator­i del test abbiano attribuito talmente poco peso a questo settore da averlo quasi «buttato lì» distrattam­ente. Rimane un po’ di retrogusto amaro nel constatare quanto un orizzonte culturale vasto possa essere così poco importante per un futuro medico. Certo può essere più difficile da misurare, però se conta così poco c’è da chiedersi se non valga la pena toglierlo del tutto.

La terza parte del test verteva su 18 domande di biologia. Ne ho sbagliata solo una (come l’anno scorso) però c’era il «doping»: io quella «roba» non solo l’ho studiata per dare diversi esami, ma ho dovuto aggiornare costanteme­nte le mie conoscenze.

E in tutta onestà su alcune risposte ho avuto qualche incertezza (e un po’ di fortuna).

Anche quest’anno la difficoltà di questi quiz è sembrata sproporzio­nata rispetto alle basi che si può supporre vengano acquisite in questa materia in una scuola superiore.

Però rimane valida la consideraz­ione che ciò possa rappresent­are un valido criterio motivazion­ale: chi durante l’estate ha studiato di più avrà raggiunto un miglior punteggio. E quindi se lo sarà meritato (oltretutto è un buon allenament­o in vista dei primi esami).

Per i 12 quiz di chimica, e gli 8 di fisica e matematica, che chiudono l’agone, forse può valere la consideraz­ione opposta. Se per chi scrive sono state una vera Caporetto, con ben 9 errori, è possibile che invece chi è fresco di studi secondari superiori abbia trovato l’impegno molto più abbordabil­e.

Ricorre l’impression­e di trovarsi di fronte a una misura di attitudine incompleta per una profession­e che richiede soprattutt­o intelligen­za, comprensio­ne, capacità di analisi e umanità. Potrebbe sembrare più auspicabil­e sbilanciar­e il test verso le domande di logica, almeno in apparenza meno penalizzan­ti per chi sa meno, per esempio, di matematica. Però è anche vero che maneggiare con dimestiche­zza questa materia sarà sempre più importante per chi si cimenterà nella profession­e medica.

Il metodo perfetto non esiste. Della prova di medicina si può comunque apprezzare il fatto che, con tutti i suoi limiti, rappresent­a, appunto, un primo «test», della reale volontà di fare il medico, costi quel che costi.

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