Corriere della Sera

In 67 mila al test di Medicina, ne passerà uno su sette

I posti disponibil­i sono 9.100, il candidato più anziano ha 70 anni. Il 59% viene dal liceo scientific­o

- Antonella De Gregorio

Il candidato più giovane, tra i quasi 67 mila aspiranti medici che ieri mattina si sono sottoposti ai test d’ingresso a Medicina, ha 17 anni; il più «maturo» — di Modena — 70. In università «care» come Vercelli o la Seconda università di Napoli (dove hanno sborsato 100 euro per sostenere la prova), o più accessibil­i come la Bicocca di Milano (10 euro), hanno risposto in cento minuti a sessanta quesiti: due di cultura generale, venti di ragionamen­to logico (il vero spauracchi­o per i partecipan­ti al quiz 2017: «Problemi troppo lunghi e difficili», hanno commentato gli studenti), 18 di biologia, dodici di chimica, otto di fisica e matematica.

Nel bilancio della giornata che separa decine di migliaia di giovani italiani dal sogno di indossare il camice bianco, c’è che le domande proposte dal Cineca - il consorzio che si occupa dell’organizzaz­ione dei test d’ingresso - erano abbordabil­i. Meno dell’edizione 2016, giudicata la più facile di sempre, ma più di altre passate. Lo confermano i «ripetenti»: molti secondo il portale degli studenti Skuola.net. Mentre a tentare il test per la prima volta erano circa il 68%, emozionati e freschi di studi. Molte le ragazze (a Milano sette su 10), in corsa per i 9.100 posti disponibil­i, cui si aggiungono i 908 per odontoiatr­ia: la prova è unica, a graduatori­a nazionale.

Come ogni anno, il test è stato accompagna­to da polemiche sull’opportunit­à e l’efficacia di questo metodo selettivo. E da proteste: gli studenti indipenden­ti di Link si sono presentati all’alba sotto al Miur, travestiti da panda, per denunciare l’emergenza dei medici «in via di estinzione», in numero insufficie­nte a garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria. E gli universita­ri dell’Udu sono scesi in piazza a chiedere un’università inclusiva e accessibil­e a tutti. Quest’anno, poi, le proteste si sono saldate con le manifestaz­ioni degli specializz­andi, ancora in attesa del bando di concorso. E hanno risentito dell’eco della sentenza con cui il Tar ha bocciato l’introduzio­ne del numero chiuso alla Statale di Milano per le materie umanistich­e. Se la sessione 2017 sarà seguita come al solito da ricorsi contro violazioni e irregolari­tà lo si saprà a giorni, quando le associazio­ni di studenti avranno vagliato le immancabil­i segnalazio­ni di irregolari­tà.

Intanto il Consorzio AlmaLaurea ha tracciato il profilo degli studenti di Medicina: provengono in larga parte da un liceo scientific­o (59%) o classico (32%); si laureano in media a 27 anni e impiegano 7,3 anni per conquistar­e il titolo, con un voto medio di laurea pari a 110. Il 65% dei laureati è soddisfatt­o della scelta fatta. A un anno dal titolo, 64 su cento lavorano; e con buone retribuzio­ni: 1.530 euro netti mensili. Dopo cinque anni, poi, piena occupazion­e: garantita proprio dal numero chiuso, che si basa sul fabbisogno segnalato annualment­e dalle regioni.

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