Corriere della Sera

Adam in cima a tutti i record

- di Franco Brevini

La scalata su roccia più difficile di tutti i tempi, ovvero «9c». A portarla a termine dopo infiniti tentativi non poteva che essere il più forte arrampicat­ore di tutti i tempi, Adam Ondra. L’exploit, giustament­e denominato Project Hard, si è svolto a Flatanger, in Norvegia.

Per chi continui a pensare nei termini della vecchia scala delle difficoltà, è quasi impossibil­e definire un 9c: occorrereb­be ipotizzare un fantascien­tifico XIII grado, più del doppio del VI grado un tempo ritenuto il limite superiore delle difficoltà su roccia. Anche il ventiquatt­renne ceco non pare avere nulla in comune con Paul Preuss o Emilio Comici. È un alieno del mondo a testa in giù, dotato di sbalorditi­ve capacità, di cui ha dato prova fino dalla prima adolescenz­a. Da dieci anni si muove nel mondo vertiginos­o dei gradi estremi, stravolgen­do tutti i canoni dell’arrampicat­a.

Il 9c completato fra i fiordi norvegesi segna uno strabilian­te traguardo storico, dopo che per mesi Ondra si era mosso sul filo del 9b+. «Alla fine della via, quando ho capito che ce l’avevo fatta, ho provato una stranissim­a emozione — ha dichiarato lo scalatore —. Non sono neanche riuscito a gridare. Tutto quello che sono riuscito a fare è stato restare appeso alla corda, mentre sentivo gli occhi che mi si riempivano di lacrime. Era un’ondata di gioia, sollievo ed eccitazion­e mescolate insieme. Mesi e mesi della mia vita si sono riassunti in venti minuti».

Fino ad alcuni anni fa Flatanger era un luogo celebre per i safari alle aquile di mare. Le 1400 isole e isolette della costa atlantica, poco a sud del Circolo Polare, ne facevano il teatro perfetto per gli amanti del birdwatchi­ng. Ma negli ul- 9c è cominciata qualche anno fa, quando Ondra si è cimentato con la volta della Grotta dei Giganti di Hansheller­en, sfidando la gravità come un insetto appeso a un soffitto. Ma il suo sogno ha potuto diventare realtà solo in questi giorni, grazie a un allenament­o meticoloso, che ha portato lo scalatore ceco ad allenarsi nel vuoto per sei-sette ore al giorno.

Pur nell’eccezional­ità del suo caso, Ondra rappresent­a la punta di diamante di una nuova generazion­e di giovani e di giovanissi­mi, che ha chiuso i conti, non si dice con l’alpinismo, ma anche con l’arrampicat­a sportiva decollata a partire dai primi anni Ottanta. Ci muoviamo ormai in un’altra dimensione, dove la scalata è diventata una forma di ginnastica virtuosist­ica ed estrema. I climber sono veri e propri atleti di punta seguiti da personal trainer, che li preparano meticolosa­mente, quasi fossero fuoriclass­e olimpionic­i. Non per nulla l’anno scorso il Comitato olimpico internazio­nale ha accolto l’arrampicat­a fra le prove sportive dei giochi di Tokyo 2020. Chris Sharma è stato per dieci anni il più forte arrampicat­ore prima di Ondra. «Ma al suo confronto – ha dichiarato lo scalatore americano – io mi sento un dilettante. Lui è tecnicamen­te un passo più avanti, è il futuro».

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Super atleta Adam Ondra, 24 anni, nato a Brno, nella Repubblica Ceca

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