Adam in cima a tutti i record
La scalata su roccia più difficile di tutti i tempi, ovvero «9c». A portarla a termine dopo infiniti tentativi non poteva che essere il più forte arrampicatore di tutti i tempi, Adam Ondra. L’exploit, giustamente denominato Project Hard, si è svolto a Flatanger, in Norvegia.
Per chi continui a pensare nei termini della vecchia scala delle difficoltà, è quasi impossibile definire un 9c: occorrerebbe ipotizzare un fantascientifico XIII grado, più del doppio del VI grado un tempo ritenuto il limite superiore delle difficoltà su roccia. Anche il ventiquattrenne ceco non pare avere nulla in comune con Paul Preuss o Emilio Comici. È un alieno del mondo a testa in giù, dotato di sbalorditive capacità, di cui ha dato prova fino dalla prima adolescenza. Da dieci anni si muove nel mondo vertiginoso dei gradi estremi, stravolgendo tutti i canoni dell’arrampicata.
Il 9c completato fra i fiordi norvegesi segna uno strabiliante traguardo storico, dopo che per mesi Ondra si era mosso sul filo del 9b+. «Alla fine della via, quando ho capito che ce l’avevo fatta, ho provato una stranissima emozione — ha dichiarato lo scalatore —. Non sono neanche riuscito a gridare. Tutto quello che sono riuscito a fare è stato restare appeso alla corda, mentre sentivo gli occhi che mi si riempivano di lacrime. Era un’ondata di gioia, sollievo ed eccitazione mescolate insieme. Mesi e mesi della mia vita si sono riassunti in venti minuti».
Fino ad alcuni anni fa Flatanger era un luogo celebre per i safari alle aquile di mare. Le 1400 isole e isolette della costa atlantica, poco a sud del Circolo Polare, ne facevano il teatro perfetto per gli amanti del birdwatching. Ma negli ul- 9c è cominciata qualche anno fa, quando Ondra si è cimentato con la volta della Grotta dei Giganti di Hanshelleren, sfidando la gravità come un insetto appeso a un soffitto. Ma il suo sogno ha potuto diventare realtà solo in questi giorni, grazie a un allenamento meticoloso, che ha portato lo scalatore ceco ad allenarsi nel vuoto per sei-sette ore al giorno.
Pur nell’eccezionalità del suo caso, Ondra rappresenta la punta di diamante di una nuova generazione di giovani e di giovanissimi, che ha chiuso i conti, non si dice con l’alpinismo, ma anche con l’arrampicata sportiva decollata a partire dai primi anni Ottanta. Ci muoviamo ormai in un’altra dimensione, dove la scalata è diventata una forma di ginnastica virtuosistica ed estrema. I climber sono veri e propri atleti di punta seguiti da personal trainer, che li preparano meticolosamente, quasi fossero fuoriclasse olimpionici. Non per nulla l’anno scorso il Comitato olimpico internazionale ha accolto l’arrampicata fra le prove sportive dei giochi di Tokyo 2020. Chris Sharma è stato per dieci anni il più forte arrampicatore prima di Ondra. «Ma al suo confronto – ha dichiarato lo scalatore americano – io mi sento un dilettante. Lui è tecnicamente un passo più avanti, è il futuro».