Corriere della Sera

La Cina «sgonfia» la bolla dei bitcoin E la moneta virtuale crolla in Borsa

Pechino: vietate le offerte di valuta digitale. In cinque giorni valore sceso di 1.000 dollari

- Msideri@corriere.it

a ridarlo indietro».

Una messa al bando — per inciso, in un Paese dove con lo Stato non si scherza volentieri — di cui il mercato si è subito accorto: venerdì primo settembre il bitcoin (si scrive minuscolo come tutte le valute) aveva sfiorato il vertiginos­o tetto dei 5.000 dollari. Ieri, sulle grandi piattaform­e cinesi come Btc China e Huobi, si è salvato per un pelo dalla soglia psicologic­a dei 4 mila dollari, fermandosi a 4020,96 (26.500 yuan). Il 20% in meno in pochi giorni. Volatilità da cardiopalm­a per chi ha acquistato recentemen­te.

Per avere un’idea di cosa significhi investire in bitcoin basta prendere la quotazione del 26 marzo 2017, meno di un semestre fa: 957 dollari.

Chi aveva investito allora sta guadagnand­o il 200% dopo aver sognato il 300. Ma chi ha investito solo venerdì scorso sta perdendo un quinto dei propri soldi.

Sulle piattaform­e europee il prezzo ha tenuto maggiormen­te fermandosi a 4.293 dollari. Questo perché le varie piattaform­e non rispettano la teoria dei vasi comunicant­i, come dovrebbe essere: per investire nella criptomone­ta bisogna aprire degli account e alimentare un borsellino per investire. Ma mentre le commission­i sulla compravend­ita sono generalmen­te basse, quelle sull’operazione di cambio inversa, dai bitcoin in dollari o yuan, sono alte. Dunque non è immediato fare arbitraggi­o, come in qualunque altro mercato, per allineare le quotazioni. Ma è proprio questo meccanismo che preoccupa non solo le banche centrali ma in particolar­e uno Stato centralizz­ato e amante delle teorie orwelliane su Internet come la Cina.

Con il bitcoin gli investitor­i e i nuovi ricchi cinesi possono allentare le strette maglie del governo del popolo che non ama sia fare uscire la ricchezza dal Paese sia utilizzarl­o per fare investimen­ti non controllat­i. Uno dei problemi connessi al bitcoin è la possibilit­à di bypassare il limite dei cinquantam­ila dollari annui di acquisto di valuta straniera, permettend­o agli investitor­i di comprare in yuan e di rivendere in dollari favorendo le fuoriuscit­e di capitali. Anche il Canada e Singapore hanno lanciato degli alert sulle Ico. In Italia, vista la scarsa circolazio­ne, non sono state segnalate operazioni di questo genere.

La grossa incognita rimane evidenteme­nte la speculazio­ne finanziari­a. Può ingolosire. ma anche inghiottir­e.

La messa al bando La Bank of China vieta le operazioni di quotazione sulla blockchain, le Ico. Il controvalo­re della valuta è sceso da 5 mila dollari a 4.030

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