Borsa: Pirelli, Campari e Ferrari, vetrina per il made in Italy
(f. sav.) Un indice di Borsa dedicato alle eccellenze italiane. Redatto da una squadra di analisti industriali e finanziari. Con lo scopo di promuoverle ulteriormente agli occhi degli investitori (come i grandi fondi anglosassoni) in un’ottica di investimento sull’azionario e obbligazionario. Per farlo — racconta Raffaele Jerusalmi (foto), amministratore delegato di Borsa Italiana — «abbiamo pensato ad una vetrina disponibile sul nostro sito dedicata ai marchi italiani quotati e di grande riconoscibilità». Jerusalmi (nella foto) ha parlato di Ferrari, di Campari, di Pirelli che proprio ora sta tornando in Borsa. E poi alcuni marchi come Autogrill, De’ Longhi, Fila, Moncler, OVS, Salvatore Ferragamo, Technogym, Tod’s, Yoox-Net-A-Porter. Mentre è escluso che ci sia anche Fca che «non è necessariamente un brand secondo la nostra accezione», ha spiegato Jerusalmi. E tantomeno Luxottica che ha scelto la piazza di Parigi a seguito della fusione con Essilor. Gli esperti verranno chiamati a valutare la composizione dell’indice su base annuale e a decidere in modo straordinario sull’inclusione in fase di quotazione. Verranno rispettati — per la composizione dell’indice — i criteri di liquidità e capitalizzazione. Una sorta di lifestyle index, un passaporto di credibilità per il made in Italy da esibire nei confronti degli investitori istituzionali a caccia di aziende tricolori. Commenta Stefano Rangone, a capo dell’Equity Capital Markets di Mediobanca, che ciò testimonia «il momento favorevole per il mercato azionario italiano, considerato di riferimento per il lifestyle».
Credit Suisse e le operazioni cross-border tra le banche
(giu.fer.) Il presidente del Credit Suisse, Urs Rohner, fa appello ai regolatori perché diventi più facile realizzare importanti fusioni e acquisizioni transfrontaliere nel settore bancario europeo. Molte banche oggi indietreggiano davanti a grandi operazione per paura di essere bloccate dalle autorità, ha spiegato Rohner, che all’inizio della sua carriera ha lavorato come avvocato di M&A. «Uno ha bisogno di così tante autorizzazioni per completare una transazione internazionale, e questa è la ragione per cui nessuno le fa», ha affermato il banchiere a una conferenza all’Università di Zurigo. «Vorrei vedere cambiare le condizioni in Europa in modo da poter fare operazioni cross-border», ha detto, aggiungendo però di non essere sicuro che i regolatori abbiano voglia di fare questi cambiamenti.
Unieuro, holding colloca il 15%
(f. sav.) Italian Electronics Holdings, azionista di riferimento di Unieuro, ha avviato un accelerated bookbuilding sul 15% della società, circa 3 milioni di azioni. Il range di prezzo è individuato tra 16 euro e il valore di mercato (ieri il titolo ha chiuso a 17,21 euro). Unieuro si è quotata in borsa il 4 aprile scorso. L’operazione di quotazione ha previsto un lock up di 180 giorni per le azioni rimaste in mano ai soci di riferimento della holding: Rhone con il 70,5%, Dixons con il 15% e la famiglia Silvestrini e il management con il 14,5%.