Corriere della Sera

Il nuovo fascino di «Gatta Cenerentol­a»

- Di Paolo Mereghetti

Della favola di Basile e della versione di De Simone sono rimasti l’orfanella, la matrigna e le sue sei figlie, adattate ai nostri giorni. Il resto è una rilettura inventiva e colorata del destino di Napoli, schiacciat­a dall’inquinamen­to che fa «nevicare» nero e da un boss della droga che ha ambizioni internazio­nali. In questa Gatta Cenerentol­a animata, in concorso a Orizzonti, si ritrova il pessimismo esistenzia­le del precedente L’arte della felicità, qui declinato con più ambizioni e tecnica (ad Alessandro Rak si sono uniti per la regia Ivan

La forza del regista Aronofsky è di essere un autore coraggioso: voleva provocare e ha centrato l’obiettivo Va bene così, è solo l’inizio del nostro percorso

Capiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone) ma soprattutt­o la voglia di cercare nuove strade per l’animazione «adulta», capace di sfruttare al meglio le voci dei suoi attori (su tutti Massimilia­no Gallo, Alessandro Gassmann e Maria Pia Calzone) e costruire loro addosso caratteri non scontati. Ne esce una storia fantasiosa (la scarpetta della favola nasconde un segreto sorprenden­te) che rimanda alla realtà di oggi e che le canzoni che accompagna­no il film aiutano a spiegare e a interpreta­re.

Lawrence sul set legge e parla d’altro... Finita la scena riprende il suo libro come se nulla fosse Io no, ho bisogno di tempo per concentrar­mi

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