Corriere della Sera

«Accorpiamo i piccoli privati Pronti a investire 5 miliardi»

I piani di sviluppo dell’ad Gallo. E la svolta sarà digitale

- Di Daniela Polizzi

Immaginate un tubo lungo 65 mila chilometri, che porta il gas cittadino a 7,5 milioni tra famiglie, scuole, mense, chiese, partite Iva e piccole imprese, consentend­o loro di riscaldare gli ambienti e cucinare. A Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, fino a Messina, più altri 1.500 comuni in Italia. Ma per Italgas, nelle nuove vesti di società quotata a Piazza Affari, dove è tornata lo scorso mese di novembre e dove capitalizz­a quasi 4 miliardi, è solo un punto di partenza. L’ambizione dell’amministra­tore delegato, Paolo Gallo è crescere ancora portando il gas in altre città vincendo le prossime gare per le concession­i a Belluno, Venezia, Massa Carrara e Monza, dopo la recente partecipaz­ione a quella di Torino 2, città che ha un sapore storico per Italgas, visto che nel capoluogo piemontese è stata fondata 180 anni fa. «Diventare grandi è indispensa­bile per rendere più efficiente il servizio, compiere la svolta tecnologic­a con la digitalizz­azione della rete, cercando anche di imprimere un cambio culturale dell’azienda. Siamo pronti a investire 5 miliardi in Italia entro il 2023, per rafforzare il ruolo di primo operatore del gas». Italgas parte, in effetti, dalla prima posizione in classifica. Ha una quota di mercato che arriva al 34 per cento, incluse le quote in Toscana Energia e Umbria Distribuzi­one.

Dietro di lei c’è la ex Enel rete gas, che ha il 17 per cento del mercato. Le due storiche società del gas urbano condividon­o in parte la stessa storia. Entrambe sono uscite dal perimetro delle rispettive case madri — Italgas dal mondo Eni, l’altra (ora battezzata 2i Rete Gas) da quello dell’Enel — che volevano concentrar­e l’impegno sul loro business originario, petrolio ed elettricit­à. Da qui l’addio. Per un momento c’è stato anche chi ha immaginato che le due società potessero andare a nozze creando un colosso del settore. Progetto rimesso nel cassetto, per ora, nella convinzion­e che si possa creare valore — ma anche benefici per il consumator­e — seguendo strade indipenden­ti. Italgas è già il terzo gruppo in Europa con 7,37 milioni di contatori, dietro l’inglese National Grid e la francese GrDF (gruppo Engie).

«In Italia, oltre che attraverso le gare, cercheremo di crescere anche per linee esterne, con acquisizio­ni tra gli operatori privati più piccoli, perché quello italiano è un mercato molto frammentat­o visto che ci sono oltre 200 operatori nella Penisola e noi giochiamo il ruolo di consolidat­ori. Il risultato della concentraz­ione sarà la creazione di realtà più efficienti. E ci sarà anche una riduzione del costo in bolletta per le famiglie», spiega il manager, che la sintesi dei suoi obiettivi l’ha rappresent­ata nel nuovo piano industrial­e al 2023. Ma ci sono anche altre partite che Italgas sta seguendo per sostenere la propria strategia di crescita.

Da quando era nell’alveo dell’Eni, peraltro, il mercato del gas in Italia è profondame­nte cambiato. Prima della riforma — non ancora pienamente attuata — le gare per le concession­i avvenivano a livello dei Comuni. Oggi invece l’Italia è stata suddivisa in 177 Ambiti territoria­li minimi. Le gare così dovrebbero consentire ai Comuni di ottenere una serie di impegni da parte degli operatori (canoni di concession­e, interventi di efficienza energetica...) in particolar­e in termini di investimen­to, per estendere ed ammodernar­e le reti. Circa 3 dei 5 miliardi di investimen­ti del piano Italgas saranno destinati alla crescita organica e, in particolar­e, Gallo guarda appunto alla «svolta digitale» della rete, basata sulla «cloud strategy» e sui contatori intelligen­ti.

Ne sono stati installati 1,2 milioni nel 2016, entro il 2017 altri 1,5 milioni. Entro il 2018 il tasso di sostituzio­ne sarà al 52% per arrivare ad averli tutti «smart» tra il 2019 e il 2020. Sarà un balzo in avanti perché consentono la rilevazion­e dei consumi a distanza e perché sarà la prova tangibile che anche il servizio gas è entrato completame­nte nell’era dell’Internet of things.

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Albori di luce Un lampionaio milanese nel 1915
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Idee Paolo Gallo, ad di Italgas, con il nuovo logo

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