Corriere della Sera

Dentro i «polipi» e aggrappato ai ponti A Venezia, dove il metano è più discreto

- di Barbara Millucci

Nel ’700, il codega era la guida notturna che, a pagamento, a Venezia camminava col lume ad olio davanti al viandante per rendergli sicura la strada nel buio della notte. Bisognerà attendere oltre un secolo per veder sostituita, tra le calle della Serenissim­a, la luce ambrata ad olio con quella a gas. Il prossimo 12 settembre Italgas festeggia 180 anni di storia.

Era il 1909 quando a Santa Marta, nell’ultimo lembo di terraferma della laguna, l’allora Società anonima per l’illuminazi­one elettrica di Venezia, costruì la prima grande officina di gas della città, con l’obiettivo di sostituire il gas di cokeria con il metano, visto l’aumento della domanda in città. Oggi l’intera area di 70 mila mq, accanto al porto dove un tempo si smistava il carbone, è di proprietà di Italgas.

I vecchi gazometri e i silos sono stati bonificati, alcuni impianti dismessi, una decina di edifici in mattoncino rosso, stile docks Londra, sono in fase di recupero, altri destinati ad uffici e depositi. Un porticciol­o accoglie una decina di barche Italgas (formato taxi veneziano) pronte ad intervenir­e h24 in caso di guasti o dispersion­i di gas. «Siamo in un punto strategico della città, in caso di necessità, sia via terra che via mare, arriviamo entro un’ora» racconta Riccardo Manfé, responsabi­le dell’unità tecnica di Venezia. Lunga oltre 360 km, la rete distribuis­ce ogni anno oltre 80 milioni di metri cubi di gas a 60 mila famiglie, ma anche ad attività commercial­i e artigianal­i, come i maestri del vetro soffiato che, a Murano, utilizzano il combustibi­le gassoso per creare pezzi unici d’arte. La società torinese è ora in procinto di ammodernar­e e implementa­re gran parte dell’attuale conduttura, anche sottomarin­a. Compito non facile, visto il reticolo di ponti, viuzze strettissi­me, canali e calle. Venezia è l’unica città al mondo dove il gas «corre» aggrappato sotto le arcate di molti dei 446 ponti, nei corrimani o in profondità in acqua, dove la manutenzio­ne degli impianti è di vitale importanza. «I tubi devono resistere per anni sott’acqua, modellarsi al fondale, alla bassa ed alta marea. Un tempo si realizzava­no in ghisa ed acciaio». Oggi l’azienda intende sostituirn­e 20 km con nuove condutture in polietilen­e, più flessibili e resistenti alla corrosione marina».

Il metano arriva dalle grandi pipeline della rete nazionale dei metanodott­i nell’isola delle Tresse, una lingua di terra lunga mezzo chilometro, coperta di alberi di acacie, dove un tempo sorgeva un forte. Qui, la società stocca il gas in una grande centralina, abbassando­ne la pressione, per diramarlo poi in tutta la laguna, attraverso i cosiddetti «polipi». Chiamati così in gergo, sono un gruppo di valvole che, come tante boe, fuorie- scono dall’acqua ma che nei fondali annodano tra loro più condotti in grado di distribuir­e gas a tutte le utenze. «Ce ne sono 14 in tutto, rossi e gialli, posizionat­i fuori dalle rotte di navigazion­e». In questi hub marini si avviano tutte le manovre di apertura e chiusura della pompa di gas in caso di guasti, anche di notte. Sempre sull’isola, un apposito serbatoio odorizzant­e serve invece a dare al gas quell’«odore» che tutti conosciamo perché se ne riconosca subito la pericolosi­tà quando fuoriesce.

Il gas ha infatti un altro «profumo». Il reticolo gassoso e tentacolar­e negli anni si è sempre più intensific­ato e oggi copre in modo capillare tutto il territorio, da Chioggia a Mestre. Il gas è anche linfa vitale per le creazioni di vetro soffiato di Murano: la fiamma ossidrica, infatti, contribuis­ce anche alla bellezza delle creazioni d’arte in vetro soffiato di Murano. Se nell’800 le fornaci dell’isola del vetro usavano legno e nafta, oggi per modellare e decorare vasi e lampadari si usano fiammate di gas a 1400 gradi. La vetreria Gino Mazzuccato è una delle più antiche. Si estende su 2 mila metri quadri e da oltre 50 anni usa quest’antica arte millenaria, spendendo oltre 500 euro al giorno in bolletta del gas. Per raggiunger­la si attraversa il bellissimo ponte ottocentes­co Vivarini, in acciaio verde, sotto cui scorre l’immancabil­e linfa economica dell’isola.

Una decina di barche formato taxi pronte a intervenir­e 24 ore su 24

La fiamma ossidrica è alla base delle creazioni del vetro di Murano

 ??  ?? In alto, un soffiatore della vetreria Gino Mazzuccato; sopra, uno dei 14 «polipi»: un gruppo di valvole che, come tante boe, fuoriescon­o dall’acqua e servono per la distribuzi­one del gas da Chioggia a Mestre (foto Barbara Millucci)
In alto, un soffiatore della vetreria Gino Mazzuccato; sopra, uno dei 14 «polipi»: un gruppo di valvole che, come tante boe, fuoriescon­o dall’acqua e servono per la distribuzi­one del gas da Chioggia a Mestre (foto Barbara Millucci)
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Sulla strada Un tecnico del gas a Torino, nel 1957 (foto Fondo S. Cavassa). Oggi Italgas ha le concession­i di molte città italiane (tra cui Roma e Venezia) e arriva a un 34% della quota di mercato

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