Corriere della Sera

Froome sbanca la crono e blinda la classifica Nibali perde 57’’

- Flavio Vanetti Marco Bonarrigo

sbattuto nella mischia forse per disperazio­ne. Più in generale c’è stata una fastidiosa incapacità di svoltare: è il messaggio peggiore. In sintesi: Azzurra ha mosso poco e male la palla, s’è ostinata dal perimetro senza andare a caccia nel cuore dell’area tedesca, non ha schiodato l’equilibrio e si è consegnata a una sconvenien­te passeggiat­a sull’orlo del burrone. Ha incassato l’accettabil­e (17 punti) dal pericolo numero uno Schroeder, ma non ha sfruttato il flop di Benzing (un altro temibile) e ha ricevuto morsi velenosi dal lunghissim­o Voigtmann, dal futuro bostoniano Theis e dal tiratore Barthel, autore di una tripla (5045) sulla quale la Germania ha fondato il +12 (59-47, 37’), suo massimo vantaggio.

Il peccato mortale dell’Italia è il 9-14 del terzo quarto: «All’intervallo abbiamo provato a calmarci. Il risultato è che al rientro abbiamo prodotto solo 9 punti» dice sconsolato Messina. «Ci siamo caricati di una pressione non necessaria. Da dove arrivava? Non ho risposte» commenta Melli. È una frase che lascia perplesso il coach: «Se dopo due vittorie sento parlare di pressione, allora devo capire. Abbiamo giocato con troppa fretta e senza alcun controllo mentale». C’è un’appendice del c.t. («Non eravamo fenomeni prima, non siamo oggi una squadra di m...»), ma intanto c’è un fatto: pur promossi, il k.o. preclude il primo o il secondo posto. Negli ottavi, sempre che non si incroci con la sorprenden­te Finlandia del fuoriclass­e emergente Markkanen, si farà rotta su Slovenia o Francia: sai che bello...

Contro i magici poteri di Super Froome, a Vincenzo Nibali non basta disputare una delle migliori crono della carriera volando per 40 km a 50 all’ora di media. L’inglese di Sky, affrontate con prudenza le prime curve dell’autodromo di Navarra, si scatena sull’ondulatiss­imo percorso verso Logroño. Risultato: 29” rifilati a un eccellente Kelderman, 57” allo Squalo, 59” alla coppia Zakarin/Contador. Dietro a Froome, tra i big di classifica, promosso solo il compagno Poels. Cedono Lopez Moreno e Woods, crollano Aru (+3’03”) e Chaves (+4’01”). Froome: «La radio taceva: temevo di andare piano e ho accelerato. Sono contento ma preoccupat­o per la prossima tappa: sarà brutale». Brutali i 180 km di oggi tra Villadiego e il traguardo (in salita, non in quota) di Los Machucos. Dopo due ascese intermedie, i 7 km finali fanno spavento: due passaggi al 26% (dove le auto rischiano la frizione) e poi un lungo tratto tra il 10 e il 15%. Nibali è a + 1’58” da Froome: per superarlo servono una grande impresa abbinata a una crisi dell’inglese. Contador è un perfetto alleato: per recuperare i 2’18” che lo separano dall’ultimo podio della carriera deve tenere alto il ritmo staccando Zakarin e Kelderman, che preoccupa anche lo Squalo. Aru cercherà di dare un senso a una Vuelta anonima ma Astana forse gli chiederà di fare da badante al giovane Lopez, che lo precede di 1’. Poi gli occhi di tutti saranno sulle tappe di venerdì e sabato, con tre salite monstre. L’ultima, l’Alto de Angliru, è la più dura d’Europa.

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