Roma ferma chi dona sangue
Zanzare e casi di chikungunya. Scatta il divieto per oltre un milione di persone
Di fronte all’aumento, nel Lazio, di casi da virus chikungunya, l’Istituto superiore di Sanità e la Regione Lazio hanno deciso il blocco delle donazioni di sangue nella Asl Roma 2 — una zona con circa un milione di abitanti — e ad Anzio. Sospese per 28 giorni, in tutta Italia, le donazioni di chi ha soggiornato nei Comuni colpiti. La decisione — in una metropoli di circa 3 milioni di abitanti — può avere risvolti drammatici, e gli aiuti delle altre Regioni si renderanno sicuramente indispensabili. E scatta anche la polemica politica, con la sindaca di Roma Virginia Raggi sotto attacco da parte della ministra della Salute Beatrice Lorenzin: «Hanno aspettato troppo».
Sembrava una situazione facilmente gestibile. Forse è stata presa sottogamba. Crescono nel Lazio i casi da virus chikungunya. Sono 17 quelli diagnosticati tra Roma e a Anzio, a pochi chilometri dalla Capitale, frequentata in estate dai romani che poi l’hanno «importata» nei quartieri di residenza. L’infezione è benigna, come una forma influenzale. Ma si lega a una vera e propria emergenza. Blocco delle donazioni di sangue e emoderivati nella Asl Rm2 (zona sudest della città, un milione circa di abitanti, dove si trovano i quartieri dei focolai) e Anzio. Misure precauzionali negli altri centri trasfusionali della Regione: se appartenente a un cittadino che ha soggiornato in una delle due località colpite, il sangue raccolto resterà in quarantena per 5 giorni prima di essere usato se il volontario non ha manifestato sintomi. Sospese per 28 giorni a livello nazionale le donazioni di chi ha soggiornato nei Comuni colpiti. I tecnici riuniti fino a sera avevano preso in considerazione il blocco totale che però avrebbe messo in ginocchio la città. «Sono state attivate tutte le misure per evitare carenze. Già partita la gara di solidarietà tra le altre Regioni per inviare i quantitativi di cui c’è bisogno», rassicura il direttore del centro nazionale sangue Giancarlo Liumbruno.
Nessuno fra i pazienti infettati dal virus si era recato di recente in Paesi dove la malattia è endemica. Significa che ci