Juncker loda l’Italia: ha salvato l’onore Ue
Nel suo miglior discorso, il capo della Commissione elogia l’Italia: sui migranti ha salvato l’onore dell’Europa
dal nostro inviato
Il vento è tornato a soffiare nelle vele d’Europa. La ripresa economica che si rafforza, le sconfitte delle forze populiste in Austria, Olanda e Francia e la fine dell’equivoco britannico prodotta dalla Brexit spalancano ai Paesi della Ue «nuove opportunità», che tuttavia non resteranno aperte per sempre. Un eccesso di prudenza oggi sarebbe fatale, è questo il momento di porsi un obiettivo ambizioso: «La costruzione da qui al 2025 di un’Europa più unita, più forte e più democratica». Nel suo miglior discorso in tre anni da presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker ha presentato al Parlamento europeo il suo «scenario personale» per il futuro prossimo dell’integrazione comunitaria.
E se l’immagine della reductio ad unum può essere approssimativa, essa rende bene l’impostazione di fondo della visione di Juncker, forse l’ultimo dei leader federalisti. Una velocità, una moneta, una difesa, uno spazio dei diritti, una politica industriale, un Parlamento e un presidente, sono i cardini del patto che l’ex premier lussemburghese offre all’Assemblea e ai governi dell’Unione, ricordando la lezione di Jacques Delors ed Helmut Kohl: «L’Europa avanza solo quando fa prova di audacia».