Corriere della Sera

Consob: Vivendi controlla Tim

Il verdetto in seguito all’esito delle assemblee. Il 19,9% di Mediaset in un trust: sì dell’AgCom

- Di Federico De Rosa

È arrivato il verdetto della Consob su Vivendi-Tim. La Commission­e di vigilanza sulla Borsa ha stabilito che il gruppo francese ha il controllo «di fatto» di Tim. Motivo per cui, secondo il codice civile, avrebbe l’obbligo di consolidar­e in bilancio i conti della controllat­a: sulla base dei risultati 2016, significa 4 miliardi di ricavi in più, 400 milioni di utili ma anche, e soprattutt­o, quasi 7 miliardi di debiti da aggiungere. Vivendi tuttavia è un gruppo francese e dunque Giuseppe Vegas deve rimettere ai colleghi dell’Amf di Parigi la valutazion­e su come procedere. Le carte sono state già inviate.

L’accertamen­to del controllo di fatto ha riguardato l’esito delle assemblee di Telecom, e in particolar­e quella del maggio scorso in cui è stato nominato il nuovo board. «Questa Commission­e — ha spiegato ieri sera Consob in una nota — è pervenuta alla conclusion­e che — a seguito dell’assemblea dei soci del 4 maggio 2017 con la quale Vivendi ha nominato la maggioranz­a dei consiglier­i di amministra­zione di Tim — la medesima Vivendi esercita il controllo su Tim ai sensi degli articoli 2359, comma 1, n. 2, del codice civile e 93 del Tuf, nonché ai sensi del Regolament­o Consob Opc». L’accertamen­to non comporta un’obbligo di Opa su Tim perché, pur avendo il controllo, il gruppo francese non ha superato la soglia del 25% del capitale (ha il 23,9%) oltre la quale scatta l’obbligo di offerta totalitari­a.

Il ricorso è scontato. Tim lo ha già annunciato in una nota, commentand­o che la decisione Consob «si discosta in maniera rilevante dalla consolidat­a interpreta­zione in materia di controllo societario». Per Vincent Bolloré è comunque un bel problema. Non tanto per il consolidam­ento. La decisione della Consob rischia infatti di piombare come un macigno sul tavolo del comitato di Palazzo Chigi, che sta valutando se sanzionare Vivendi per l’omessa notifica del cambio di controllo per Tim, e in subordine se esercitare i poteri della «golden power». I legali a cui si è rivolto il gruppo telefonico, Sabino Cassese e Andrea Zoppini, hanno obiettato che non c’è alcun cambio di controllo e dunque non c’era obbligo di notifica. Ieri però la Consob ha detto che non è così. Ed è probabile che Palazzo Chigi non si limiterà a prenderne atto. La decisione è attesa per fine mese e potrebbe portare a una sanzione da almeno 350 milioni.

Ieri è arrivata anche la presa d’atto dell’AgCom, questa volta in senso positivo, degli impegni che Vivendi ha assunto per «congelare» la quota in Mediaset e rientrare nei limiti della legge Gasparri. Il consiglio della Commission­e guidata da Angelo Cardani ha preso atto dello schema, che prevede il conferimen­to del 20% del capitale, sul 29,9% detenuto dai francesi, a un trust. L’AgCom «vigilerà sulla concreta attuazione dell’impegno a rimuovere la posizione vietata», per la quale Vivendi ha tempo fino al 18 aprile del 2018.

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