Uccisa a sedici anni a colpi di pietra La confessione del fidanzato minorenne
Lecce, era sparita il 3 settembre. La madre aveva denunciato il ragazzo: è violento. Indagato anche il padre di lui
Uccisa a colpi di pietra. E poi sepolta sotto un mucchio di massi. La svolta sulla sorte della sedicenne salentina Noemi Durini, scomparsa da Specchia lo scorso 3 settembre, è arrivata ieri. A mezzogiorno si è infranta ogni speranza di ritrovarla viva. A confessare l’omicidio è stato il suo fidanzatino 17enne. È crollato dopo ore di interrogatorio sotto la pressione degli investigatori e ha ammesso: «Sì, l’ho uccisa io».
Ha accompagnato i carabinieri nel luogo dove era stato occultato il cadavere. In una campagna a Castrignano del Capo, una zona adiacente alla strada provinciale che porta a Santa Maria di Leuca. Noemi era coperta da grandi sassi, ad eccezione dei piedi. Dai primi esami medico-legali, è possibile che fosse lì già dal giorno della sua scomparsa e che quindi sia stata assassinata poco dopo essere uscita di casa all’alba del 3 settembre per incontrare il fidanzatino. Dettagli che potranno essere confermati dall’autopsia.
Il ragazzo è accusato di omicidio volontario: nell’auto utilizzata per allontanarsi da casa con la ragazza sono state anche trovate piccole tracce di sangue. Nell’inchiesta è indagato anche il padre per sequestro di persona e occultamento di cadavere. L’avviso di garanzia gli è stato notificato ieri pomeriggio durante una perquisizione nella casa di famiglia a Montesardo, una frazione di Alessano.
La storia d’amore tra i due ragazzi era iniziata circa un anno fa. Più volte avevano litigato e, in qualche occasione, lui l’avrebbe picchiata. «Era possessivo e geloso, non voleva che lei vedesse altre persone, la picchiava — dice il cugino Davide —. Era andata anche in caserma con i genitori per denunciare le aggressioni subite, e aveva ancora i segni della violenza sul volto».
I genitori di Noemi erano contrari alla relazione, erano intervenuti più volte per interromperla. Lui, un ragazzo difficile con un carattere violento, era in cura al Sert per uso di droghe leggere e in un anno aveva subito tre trattamenti sanitari obbligatori. Non aveva la patente ma guidava regolarmente la Fiat 500 della mamma. C’è un breve video che racconta meglio il suo carattere irascibile: è stato ripreso ad Alessano con un cellulare da un automobilista mentre rompe a colpi di sedia i vetri della Nissan Micra del padre di Noemi con il quale aveva appena litigato. Lei però era innamorata di quel ragazzo e nonostante le pressioni della famiglia non aveva voluto lasciarlo. Il 12 agosto scorso la coppia aveva festeggiato il primo anno di fidanzamento e lei su Facebook aveva scritto: «E non stupitevi se siamo ancora qua, abbiamo detto per sempre e per sempre sarà».
Qualche settimana fa, la mamma preoccupata per la sorte della figlia, aveva denunciato il giovane alla Procura per i minorenni. Erano così stati avviati due procedimenti, uno penale per violenza privata e l’altro civile per verificare il contesto familiare del ragazzo. Ma le indagini non avevano portato a nulla. Neppure ad un provvedimento di divieto di avvicinarsi alla ragazzina.
Dopo la denuncia di scomparsa i sospetti degli inquirenti si erano indirizzati quasi subito sul 17enne perché era stato l’ultimo a vedere Noemi viva, come dicono le immagini di una telecamera di Specchia, e per le sue dichiarazioni contraddittorie e lacunose.