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sono focolai autoctoni, cioè che hanno avuto uno sviluppo indipendente dalla presenza di un viaggiatore contagiato durante una trasferta esotica. Il virus si è moltiplicato nelle zanzare tigre che pungono individui già malati e poi diffondono la chikungunya con altre punture. Il periodo di caldo e piogge tra settembre e ottobre facilita la proliferazione degli insetti. I casi sfuggiti potrebbero essere di più.
In una metropoli di circa 3 milioni abitanti, la decisione di intervenire sul sangue può avere risvolti drammatici. Un’attività trasfusionale bloccata o ridotta fa saltare gli interventi programmati e complica quelli in codice rosso. A Roma in 4 settimane si raccolgono circa 12 mila unità di sangue. Senza continuo rifornimento di donazioni, la Capitale ha un’autonomia di 4-5 giorni. Gli aiuti delle altre Regioni si rendono indispensabili.
«L’impatto di un’eventuale recrudescenza delle infezioni da chikungunya è stato sottovalutato», afferma Aldo Ozino Caligaris, presidente di Fidas Lazio, una delle 4 grandi associazioni di volontari con Fratres, Croce Rossa e Avis. La sindaca Virginia Raggi ha firmato ieri un’ordinanza di disinfestazione straordinaria di zanzare. Attaccata dal Pd per il ritardo nell’intervento e dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin:
Accuse incrociate Lorenzin: ritardo sulla disinfestazione La sindaca: dovevano avvertirci prima
«Hanno aspettato troppo». La replica: «Chi doveva avvertirci non l’ha fatto per tempo». Anche il Lazio ha sottovalutato. Nel 2016 il centro di Parassitologia-entomologia clinica della Sapienza aveva sollevato il problema della prevenzione. Inascoltato. Per segnalare la presenza di zanzare è attiva l’app gratuita per smartphone zanzamatt.it a cura del gruppo di ricerca.