Corriere della Sera

Obama

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«Pochi erano così piccoli di statura, pochi hanno fatto una tale differenza per gli Usa»

come Edith Windsor e pochi hanno fatto una così grande differenza per l’America».

Minuta, elegantiss­ima, con i capelli tinti di biondo sempre in ordine, rossetto e filo di perle, questa anziana signora ultraottan­tenne poteva sembrare un’improbabil­e paladina per la comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale e transgende­r). Ma Roberta Kaplan, l’avvocata che ha deciso di portare avanti la sua battaglia legale quando nessun altro le dava una possibilit­à, l’ha scelta anche per questo: l’aspetto rassicuran­te così lontano dagli stereotipi sulla promiscuit­à gay. E per la sua storia: un amore lungo 44 anni con Thea Spyer, la sua compagna di una vita, malata di sclerosi multipla e accudita amorevolme­nte per due decenni da Edith.

Nel 2007, quando i medici avevano diagnostic­ato a Thea un solo altro anno di vita, le due donne erano volate in Canada e si erano sposate di fronte al primo giudice apertament­e gay del Paese: un’amica aveva dovuto tenere la mano di Thea mentre Edie le infilava l’anello al dito, perché la sclerosi multipla le aveva fatto ormai perdere il controllo degli arti. Due anni dopo, alla morte di Thea, Edie aveva dovuto pagare oltre 363 mila dollari in tasse al governo degli Stati Uniti, perché il loro matrimonio non era riconosciu­to

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