Ritorno in aula con gli alunni che ringraziano per la scuola
DALLA NOSTRA INVIATA
Quando, alle 8.20, Martina Colombari, ha suonato la campanella, nessun muso lungo. I ragazzi di Norcia sono tornati in classe felici nell’edificio costruito con i fondi della raccolta «Un Aiuto subito» (dei lettori del Corriere della Sera e dei telespettatori del TgLa7) e l’impegno della Fondazione Francesca Rava. «Mi piace: è una scuola che mi dà serenità», ha detto Nicole. «È bella, colorata e sicura». Gli altri bambini non ci fanno caso. Quelli che hanno vissuto il terremoto invece hanno bisogno di luoghi dove nulla possa accadere. E a Cascia la scuola Beato Amore Fidati non è un container, ma ha solide pareti e criteri antisismici. Un plesso scolastico con tre edifici: dalla materna alle medie. Ieri, nel primo giorno di scuola, i ragazzi sono tornati quasi tutti. Soltanto il dieci per cento ha seguito la famiglia altrove. Gli altri hanno puntato i piedi. Volevano restare con i loro amici, nella loro scuola. E quella realizzata in meno di un anno dalla Fondazione ha consentito un ritorno alla normalità. «Sono stati propio i ragazzi ad obbligare le famiglie a non lasciare Norcia. Sono loro la migliore garanzia contro lo spopolamento di questi luoghi», ha detto la dirigente scolastica, riferendo il grande entusiasmo dei professori che si sottopongono a lunghi tragitti pur di rimanere con questi ragazzi «che sanno comunicare una gioia immensa». Sorridenti, vivaci, in una giornata di sole, ieri hanno voluto inviare un ringraziamento ai sottoscrittori della raccolta gridando, divertiti, tutti insieme: «Grazieeee». «È stata una grande gioia vederli così contenti. Ci ha dato la sensazione di aver fatto la cosa giusta», dice Maria Vittoria Rava. «Abbiamo spiegato ai ragazzi che le donazioni erano arrivate, anche in piccole somme, da tanti lettori e loro ci hanno chiesto di comunicare la loro riconoscenza. E di invitare chiunque voglia andare a vedere che cosa è stato realizzato ad andarli a trovare».