La scheda
● La legge sulla riduzione degli sprechi alimentari, proposta dalla deputata del Pd Maria Chiara Gadda (foto), è entrata in vigore il 14 settembre 2016 ● ● I destinatari delle donazioni non sono solo le associazioni di volontariato ma anche gli enti pubblici che possono distribuirle ai bisognosi
Il salto di qualità lo ha fatto il Sud, anche se in termini assoluti sono sempre le regioni del Centro-Nord quelle in cui si butta meno in pattumiera.
Compie un anno la legge 166 contro lo spreco alimentare, firmata dalla parlamentare Maria Chiara Gadda (Pd), ed è tempo di bilanci. Il termometro è quello della Fondazione Banco Alimentare, l’organizzazione più strutturata nel Paese, fra le molte impegnate in questo campo, in tema di raccolta e redistribuzione del cibo avanzato. Se si raffrontano i periodi ottobre-giugno 2016 (prima delle legge) e 2017, il dato complessivo registra un aumento del cibo salvato dalla spazzatura del 20%: da 3 milioni e 400 mila chili a 4 milioni e 100. Da 58 mila chili a 132 mila il salto in avanti delle regioni del Sud: al Nord l’aumento è stato «solo» del 13 per cento, ma in questa parte di Paese si raccolgono 2 milioni e mezzo di chili di alimenti. Utile anche vedere com’è cambiato (in meglio) il comportamento delle catene di grande distribuzione, che si sono aperte a questa nuova mentalità. La Coop con il progetto Buon Fine si occupa della raccolta e distribuzione (a chilometro zero) a favore di alcune associazioni selezionate che aiutano i più poveri: dal 2015 al 29016 sono state donate 6 mila tonnellate di merce rispetto alle precedenti 5.143; i punti vendita coinvolti sono saliti da 587 a 943 e le onlus destinatarie sono oggi 943 rispetto alle 800 del 2015.
La legge anzitutto ha dato norme sicure, scavalcando i dubbi di tecnologi alimentari e funzionari delle varie aziende sanitarie che spesso impedivano o rallentavano la raccolta di cibo avanzato,ad esempio, dalle mense. È stata inserita la possibilità di recuperare i cosiddetti «prodotti tmc», ovvero quelli sulle cui confezioni leggiamo «da consumarsi preferibilmente entro»: nel caso di confezioni sigillate e di prodotto integro, anche il prosciutto che si suggeriva di consumare entro una certa data può essere ritirato e consegnato il giorno dopo, perché non fa male alla salute ma ha magari soltanto perso un po’ di sapore o fragranza.
Una legge che ha messo in La stima dello spreco alimentare in Italia 77% domestico Il recupero delle eccedenze da parte del Banco Alimentare (nella grande distribuzione, in tonnellate)
NORD OVEST Ottobre 2015-giugno 2016 Ottobre 2016-giugno 2017 Differenza