Il realismo delle Fs sui tempi della privatizzazione
Concentrati sul business. In Ferrovie, chiuso a luglio il dossier degli advisor sulla quotazione, destinato ora alla valutazione dell’azionista Tesoro, è tempo di realismo. Un realismo che ha suggerito all’amministratore delegato Renato Mazzoncini di mettere mano a quello che viene definito «un posizionamento corretto delle risorse nel gruppo». Duplice l’obiettivo: perseguire la riorganizzazione di Ferrovie in una struttura propria di una multinazionale; prepararsi all’apertura della concorrenza nel segmento dell’Alta velocità, previsto nel 2020: praticamente domani.
Spiegano così a piazza della Croce Rossa l’avvicendamento di Barbara Morgante, ad di Trenitalia con Orazio Iacono, attuale direttore della Divisione passeggeri regionale, che nulla ha a che vedere, tengono a precisare in Ferrovie, con dissapori tra Mazzoncini e l’ex ad di Trenitalia circa il modello di quotazione che smembrerebbe proprio la società che opera sulla rete. Del resto Morgante resta nel gruppo con la missione di attuare il primo dei due obiettivi: dare un’impostazione corporate alle acquisizioni effettuate all’estero. Il blitz di ieri volutamente non ha lasciato poltrone vuote e spazio a ulteriori totonomine: la scelta di Iacono per la realizzazione del secondo obiettivo, discende dall’esperienza maturata dal manager nella divisione regionale.
Fin qui la spiegazione al risiko di ieri. Resta sullo sfondo la partita della quotazione, con la prospettiva che lì rimanga fin a dopo le elezioni. Non ci sono ripensamenti, almeno da parte di Mazzoncini, circa lo schema da seguire: esclusa sin dal suo insediamento nel dicembre 2015 la separazione tra rete e trasporto, che farebbe perdere valore a Ferrovie, non resta che puntare sul segmento Alta velocità e lunga percorrenza che ha già completato il ciclo degli investimenti, quelli che nel regionale sono in corso per una cifra complessiva di 5 miliardi. Ma sul percorso della quotazione si staglia il macigno della norma di legge che deve autorizzarla. In Ferrovie non si fanno soverchie illusioni sul fatto che in Parlamento da ora a primavera si penserà ad altro: una discussione su come collocare in Borsa il gruppo sarebbe troppo complessa e divisiva e rinfocolerebbe l’opposizione dei sindacati.
Non resta dunque che essere realisti e concentrarsi sul business. Oggi sarà perfezionato l’acquisto delle Ferrovie greche, avviato più di un anno fa. Domani si vedrà.