Confcommercio: Pil in ripresa ma al Sud è la metà
Un’economia che fatica a rimettersi in moto e che fa peggio rispetto a quelle degli altri paesi europei. L’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio tratteggia lo stato di salute del sistema economico italiano, indicando «una ripresa ancora avvolta da molte incertezze». Il documento ne spiega il perché, sottolineando che si tratta di una ripresa «meno vigorosa sia rispetto alla precedenti analoghi fasi cicliche italiane, quanto soprattutto, nel confronto internazionale». Un quadro quello contenuto nella nota sulle economie territoriali che spinge il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a porre l’accento sul fatto che «la partita della ripresa sarà lunga e per vincere bisogna ridurre subito le tasse». Secondo la Confederazione a cui fa capo il mondo delle imprese, delle professioni e del lavoro autonomo la ricetta passa, insomma, per una riduzione della pressione fiscale. Un messaggio esplicito in vista sia dell’elaborazione della legge di Bilancio sia della campagna elettorale dei prossimi mesi. A riassumerlo è Sangalli, specificando che «sia il taglio dell’Irpef o del cuneo fiscale», l’importante è che sia adottato «prontamente perché la ripresa da statistica diventi reale, robusta e duratura». Sul fronte dei dati l’ufficio studi di Confcommercio è cauto e anticipa che la revisione della stima sul Prodotto interno lordo nel 2017 «difficilmente sarà sopra l’1,5%». Vale ricordare che nei giorni scorsi il Mef ha accreditato l’idea che il Pil possa superare una crescita dell’1,5%. Dall’analisi di Confcommercio arriva poi la conferma di una crescita dei livelli di povertà nell’ultimo decennio e del divario tra l’economia del Nord e quella del Sud del paese. Nel Mezzogiorno il pil pro capite del 2017 dovrebbe risultare pari al 53% di quello del Nordovest. Peggio del dato del 1995 (era il 54,5%).