L’export corre, +8% in sei mesi L’exploit delle isole: Sicilia e Sardegna salgono del 36%
«Dinamiche di crescita intense e diffuse». Le definisce così, l’Istat, le esportazioni registrate dall’Italia nel secondo trimestre dell’anno. A fronte di un aumento medio nazionale dell’8% dell’export, l’incremento delle vendite sui mercati esteri risulta di maggiore intensità per le regioni di area insulare (+36,2%), nord-occidentale (+9,1%) e centrale (+8,8%). E sono proprio le isole, Sicilia e Sardegna, a registrare un boom dell’export grazie alle raffinerie e ai prodotti petroliferi presenti in zona come la Saras di Sarroch (Cagliari) ma anche Porto Canale, scalo di transhipment dove arriva pure merce proveniente da altri Paesi. Ma non sono, le isole, a fornire il più ampio contributo alla crescita tendenziale registrata dalle esportazioni nazionali. A incidere di più sul dato nazionale sono Lombardia (+7,4%), Piemonte (+11,3%), Emilia-Romagna (+6,4%), Veneto (+6,1%), Lazio (+15,5%) e Toscana (+8,8%). Quali le destinazioni dei prodotti italiani? Se è aumentato del 37,4% l’export verso i Paesi Ue, quello verso l’area extra Ue ha registrato un incremento fino al 55,4% . E così salgono le vendite della Lombardia verso gli Stati Uniti (+15,9%) o quelle dal Piemonte verso la Cina (+92,6%) mentre flettono le vendite del Friuli Venezia Giulia verso gli Stati Uniti (-24,9%) e del Lazio verso il Belgio (-15,1%). Tra i settori che contribuiscono di più all’aumento delle esportazioni a livello nazionale c’è quello delle auto (+226,9% le vendite di autoveicoli dal Lazio e +40,5% dal Piemonte), il settore farmaceutico, chimico-medicinali e botanici (dalla Lombardia +40,5%) e proprio i prodotti petroliferi raffinati da Sicilia (+43,9%) e Sardegna (+49,7%).