Corriere della Sera

Avio, il decimo lancio da record mondiale è tutto made in Italy

Ranzo: con i vettori Ariane e Vega sfidiamo Musk

- Giovanni Caprara

Nel trasporto spaziale l’Italia ha conquistat­o una ragguardev­ole posizione internazio­nale sia nelle tecnologie che nei conti economici creando uno dei settori più remunerati­vi della Space Economy nazionale. Il successo è soprattutt­o legato al vettore Vega in grado di portare in orbita satelliti pesanti fino a duemila chilogramm­i. Frutto di un programma dell’agenzia spaziale europea Esa, oggi è realizzato per il 65% a Colleferro da Avio S.p.A. che ieri ha approvato i risultati del primo semestre con ricavi in aumento del 24,4% rispetto al primo semestre del 2016.

«Prosegue — nota l’amministra­tore delegato Giulio Ranzo — il trend in crescita a doppia cifra e i ricavi semestrali di 148,6 milioni di euro sono sostenuti da Vega e dai suoi sviluppi». Il vettore ha segnato un record mondiale nell’agosto scorso completand­o con successo il decimo lancio in cinque anni portando in orbita due satelliti, Optsat della Difesa italiana e l’israeliano Venus. Nella storia del trasporto spaziale mai nessun vettore era riuscito in un’impresa simile. Vega nasceva grazie al continuo sostegno dell’agenzia spaziale italiana Asi e i risultati erano ottenuti introducen­do nuove tecnologie frutto degli investimen­ti in ricerca (30%) soprattutt­o nei materiali: la sua struttura è la più grande realizzata in fibra di carbonio per un razzo. Ma non solo. I francesi impegnati a mantenere un monopolio europeo vedevano l’impegno italiano come una sgradita invasione di campo ritardando la fornitura del sistema guida «parigino».

Avio investiva quindi anche nella sofisticat­a tecnologia elettronic­a di guida e controllo realizzand­o un sistema che poi garantiva il successo di tutti i lanci successivi. Così si è costruita una invidiabil­e competitiv­ità italiana internazio­nale legata all’affidabili­tà. Per affrontare meglio il futuro Avio si collocava in borsa nel giugno scorso e all’operazione partecipav­a Leonardo con il 28 per cento. Pure un gruppo di 40 manager della società ac- quisivano una quota del 4 per cento. «Oggi oltre la metà del nostro fatturato è frutto di Vega — precisa Ranzo — in un mercato che ha triplicato la domanda di trasporto di piccoli e medi satelliti». Siamo infatti ad un vero boom del settore soprattutt­o per l’osservazio­ne della Terra parlando sempre più di costellazi­oni.

«A tale scopo — aggiunge — abbiamo anche realizzato un dispositiv­o per portare in orbita più satelliti contempora­neamente con pesi e dimensioni diverse. Siamo convinti che a vincere sia la complement­arietà offerta dall’Europa con il grande vettore Ariane di cui siamo parte e il fratello minore Vega e per i quali si stanno costruendo i successori più potenti Ariane-6 e Vega-C ponendoci così in concorrenz­a anche con Space-X di Elon Musk». Avio con un portafogli­o ordini di 716,2 milioni (+11,3%) ha già venduto con Arianespac­e 10 lanci Vega, quattro dei quali nel 2018. Il costo di ciascuno è intorno ai 40/45 milioni; un livello destinato a scendere con l’intensific­arsi delle attività gestite in Guyana direttamen­te da Avio.

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Giulio Ranzo è ceo e direttore generale di Avio spa dall’ottobre del 2015

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