Corriere della Sera

LASCIATECI DIVERTIRE

L’appuntamen­to Roma ospita Enjoy, mostra dedicata alle opere che esplorano il lato ludico dell’estetica. Tutto ebbe inizio con i baffi alla Monna Lisa: da allora, tra gli scivoli di Höller e la passerella di Christo, la risata si è fatta capolavoro DA DU

- di Francesca Bonazzoli

Nel 2004 il critico francese Jean Clair pubblicò un pamphlet intitolato «De immundo» dove sosteneva che dall’ideale platonico del Bello oggi si è passati all’«estetica dello stercorari­o»: «Lontano è il tempo in cui san Bonaventur­a predicava la delectatio. Docere et delectare:a lungo l’arte ha avuto come fine di arricchire lo spirito e di deliziare i sensi. L’arte contempora­nea sembra aver cambiato completame­nte registro. L’età del disgusto è subentrata all’età del gusto: esibizione e desacraliz­zazione del corpo, svilimento delle sue funzioni e delle sue forme visibili, mutilazion­i e automutila­zioni, fascinazio­ne per il sangue, gli umori corporali e gli escrementi, coprofilia, coprofagia...».

La visione di Jean Clair era vera, ma apocalitti­ca. La storia dell’arte insegna infatti che in ogni epoca c’è una tendenza dominante, ma mai una sola maniera di esprimersi. Quando la pittura tonale di Giorgione e Tiziano, per esempio, divenne l’ultima moda, «l’arcaismo» di Lorenzo Lotto non cessò comunque di trovare i suoi estimatori.

Ugualmente, accanto agli Impression­isti, i pittori accademici hanno continuaro­no a lavorare spartendos­i il mercato dell’arte. E allo stesso modo oggi, a fianco degli «stercorari», lavorano col medesimo successo i «giocolieri», tutti quegli artisti, e sono così tanti da comporre una tendenza riconoscib­ile, che intendono l’opera d’arte come un gioco.

Dopo lo sfregio dei baffi disegnati da Duchamp su una riproduzio­ne della Gioconda con un gesto uguale a quello di un ragazzino che imbratta il libro di scuola, i «costruttor­i di giocattoli» hanno trovato nel Dadaismo un sostegno teorico alla loro visione ludica dell’arte. Nascono le macchine rumorose e mobili di Tinguely che prendono vita come golem bonari; le forme infantili di stelle marine, cerchi e omini zoomorfi di Mirò; le sculture mobili di Calder, versione astratta della casetta delle api che si monta sulle culle dei neonati. Fra i più incontenib­ili di questa genìa di artisti bambini c’è senz’altro Carsten Höller che ha costruito gigantesch­i scivoli attraverso cui buttarsi da un piano all’altro di un museo, giostre su cui salire o enormi funghi rossi e bianchi, come quelli che Biancaneve incontra nel bosco, ma a testa in giù come le stranezze di cui è testimone Alice nel Paese delle meraviglie. Anche i land artisti, che pure hanno un’aria da asceti della natura, sconfinano spesso nel gioco, primo fra tutti Christo la cui ultima opera, la passerella arancione sul lago d’Iseo, si è trasformat­a in una festa balneare di popolo. Un gigantesco parco di divertimen­ti all’aperto, simile a quello creato, questa volta dentro le mura della Tate Modern di Londra, da Olafur Eliasson: un sole artificial­e che la gente si godeva sdraiata sul pavimento. Qualcuno, certo, è più sadico. Tobias Rehberger, per esempio, ha creato il CiL’aem haBbiM una sagoma di Bambi in alluminio serigrafat­o con la testa del piccolo Michael Jackson che corre su binari come gli obiettivi mobili delle giostre da centrare con la pistola. Ma questo capita sempre in ogni compagnia di bambini. Resta il fatto che gli artisti del Novecento non sono solo «stercorari». Al contrario, i campioni dei «giocolieri» sono fra i più quotati: uno è Maurizio Cattelan, creatore di un intero caravanser­raglio di pupazzi e animali, dal Pinocchio di gomma al bambino tamburino ai suoi tanti alter ego guastatori dell’arte ufficiale e dell’ufficialit­à dell’arte. Come il Charlie con le fattezze dell’artista bambino seduto su un triciclo telecomand­ato che nei giorni dell’inaugurazi­one girava per la Biennale di Venezia come un irriverent­e corpo estraneo. L’altro è Jeff Koons, creatore di giocattolo­ni a forma di cane, di pupazzi gonfiabili come i salvagente per bambini che si vendono al mare, di elefantini, Titti e Braccio di Ferro d’acciaio colorato, di conigliett­i e porcellini da tavolo in ceramica. Senza scordare l’universo spensierat­o dove fioriscono le corolle sorridenti e dai colori sgargianti di Takashi Murakami, che non sembra mai uscito dal magico mondo dei manga. ●

Höller fa degli scivoli attraverso cui buttarsi da un piano all’altro di un museo

Anche i land artisti,

che hanno un’aria da asceti, sconfinano nel gioco

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy