Corriere della Sera

Perché l’assassino di Noemi non è stato fermato

Lecce, l’assassino rischia il linciaggio. Anche il Csm vuole capire se l’omicidio poteva essere evitato

- di Andrea Pasqualett­o Balenzano

Ha rischiato di essere linciato l’assassino 17enne di Noemi Durini (16), che ha salutato e sorriso alla folla di un migliaio di persone davanti alla caserma di Specchia, nel Salento. Ci si chiede perché un giovane tanto violento non sia stato fermato in tempo. Ma gli inquirenti: «Di denunce così ne arrivano a decine».

Un sorriso beffardo e una mano alzata in segno di saluto. Un atteggiame­nto sfrontato di fronte a più di mille persone radunate fuori dalla caserma di Specchia dove il 17enne reo confesso dell’omicidio della 16enne Noemi Durini era stato sottoposto ad un provvedime­nto di fermo per omicidio volontario. L’assassino ha rischiato di essere linciato dalla folla. A fatica è stato fatto salire su un’auto e poi accompagna­to in una struttura protetta. Ora è tenuto sotto controllo perché mostra segni di depression­e.

«Ho sbagliato, potevo uccidermi io e avrei evitato questo casino» avrebbe detto poche ore dopo il fermo.

La ragazzina è stata trovata mercoledì, dieci giorni dopo la sua scomparsa, sepolta sotto un mucchio di sassi nelle campagne di Castrignan­o del Capo: è stato il giovane «fidanzatin­o» a indicare ai carabinier­i il luogo dove l’aveva abbandonat­a. «Ci ha accompagna­to sul luogo del delitto — dice Giuseppe Borrello, maresciall­o capo della stazione di Specchia — poi è crollato. Prima era concentrat­o solo su come depistare le indagini».

Nella sua confession­e ci sono però molti aspetti da chiarire viste le diverse versioni fornite. Prima ha detto di averla uccisa a sassate poi di aver usato un coltello. Una verità arriverà dall’autopsia. Ai magistrati il 17enne ha detto «ero innamorati­ssimo di lei, ma l’ho ammazzata perché premeva di mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia». Ha spiegato che alle 5 del mattino di quel 3 settembre Noemi è uscita di casa con un coltello (mai trovato dai carabinier­i) a dimostrazi­one — racconta lui — della determinaz­ione a eliminare la sua famiglia perché ostacolava quell’amore. Lui poi avrebbe promesso di portarla a Milano lontano dalle famiglie. Ai genitori il 17enne ha lasciato un biglietto: «Quello che ho fatto è stato per l’amore che provo per voi. Noemi voleva che io vi uccidessi per potere avermi con sé. Sono un fallito e mi faccio schifo». Il padre del ragazzo ha negato ad alcuni famigliari un suo coinvolgim­ento nel delitto: «Non sapevo nulla e mai avrei aiutato mio figlio a commettere un simile gesto». Mentre la madre del ragazzo ha raccontato degli episodi di gelosia di Noemi verso il figlio: «Non poteva guardare altre ragazze, una volta è tornato a casa tutto graffiato».

Anche i genitori di Noemi erano contrari alla relazione perché il 17enne aveva un carattere irascibile e in un anno aveva subìto tre trattament­i sanitari obbligator­i. La mamma Imma Rizzo a maggio aveva denunciato il ragazzo alla procura per i minorenni di Lecce. Anche l’altra famiglia, a sua volta, venti giorni dopo aveva denunciato Noemi per atti persecutor­i. Le denunce avevano alimentato il rancore tra le due famiglie e non avevano portato ad alcun provvedime­nto del tribunale. Per questo il ministro della giustizia Andrea Orlando ha avviato tramite l’ispettorat­o accertamen­ti preliminar­i sulla Procura dei minorenni di Lecce e capire perché quelle denunce, che ora potrebbero essere acquisite dagli ispettori, non hanno avuto un seguito. Anche il Csm verificher­à se «ci sono stati problemi, omissioni oppure no». Lo ha spiegato il vicepresid­ente del Consiglio superiore della Magistratu­ra, Giovanni Legnini, che ieri era a Bari per una riunione straordina­ria della Sesta commission­e del Csm e un incontro con i magistrati per le questioni che riguardano la recente strage mafiosa a Foggia.

Il padre del killer L’uomo nega di averlo aiutato: «Mi ha detto cosa aveva fatto soltanto la sera prima»

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(Fotogramma) Sorriso Una foto postata da Noemi Durini, sedicenne salentina, sul suo profilo Facebook
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(Photomasi) Il saluto beffardo rivolto alla folla dal ragazzo che ha confessato di aver ucciso Noemi fuori dalla caserma dei carabinier­i di Specchia

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