Corriere della Sera

Commission­e banche, ecco i nomi pd Ora si apre la sfida sulla presidenza

Da Orfini a Bonifazi i dem puntano sui fedelissim­i del leader. Il nodo Visco a Bankitalia

- Dino Martirano

Ora che anche il Partito democratic­o ha comunicato (con 60 giorni di ritardo rispetto alla promulgazi­one della legge istitutiva) i nomi della squadra dem della commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche, si passa alla fase della elezione del presidente. Dell’organismo bicamerale fanno parte anche il presidente del Pd, Matteo Orfini, e renziani di stretta osservanza come il tesoriere Francesco Bonifazi e Andrea Marcucci. Ma il Nazareno ha fatto sapere agli alleati che non farà le barricate per la guida della commission­e a patto che la poltrona rimanga nell’area della maggioranz­a di governo. Tant’è che è quotato e speso il nome autorevole del senatore Pier Ferdinando Casini, designato dai centristi e sul quale potrebbero convergere i voti dei commissari di maggioranz­a, ma il M5S già si mette di traverso: «Gira il nome di Casini come presidente... Se è vero, è la conferma che il Pd vuole insabbiare tutto!», scrive Danilo Toninelli. In alternativ­a, la maggioranz­a punterebbe su Enrico Zanetti di Scelta civica anche se c’è da tenere d’occhio l’esperto Bruno Tabacci (già presidente della commission­e Attività produttive che indagò sul crack Parmala-Cirio) che ora va a braccetto con Giuliano Pisapia di Campo progressis­ta.

Sciolto il nodo della presidenza — con Renato Brunetta Forza Italia, Lega e grillini che la rivendican­o a gran voce in funzione di garanzia per le opposizion­i — si porrà poi un altro ostacolo. La data della prima seduta, che verrà stabilità dei presidenti Grasso e Boldrini, dovrebbe cadere nella prossima settimana anche perché i tempi stringono: infatti, i 12 mesi concessi alla commission­e per fare luce sul crack delle 4 piccole banche territoria­li in crisi fin dal 2012 (Banca Etruria, Banca Marche,Carife, Carichieti) e sul salvataggi­o statale del Monte dei Paschi di Siena sono già stati consumati per la metà visto che la legislatur­a andrà avanti per sei-sette mesi. In ogni caso per la fine dei lavori, che coincidere­bbe con le ultime settimane di campagna elettorale, sono previste due relazioni, una di maggioranz­a e una di minoranza.

Il perimetro d’indagine concesso alla commission­e (che sulla carta avrebbe gli stessi poteri della magistratu­ra) sono ampi: dalla verifica della gestione degli istituti in crisi o finiti sotto l’ombrello pubblico fino all’operato della Vigilanza che fa capo alla Banca d’Italia. Un tema delicato, quest’ultimo, alimentato anche dalle indiscrezi­oni che fanno emergere un braccio di ferro tra il segretario del Pd Renzi, da una parte, Palazzo Chigi e il Quirinale dall’altra sulla conferma in via Nazionale del governator­e Ignazio Visco il cui mandato scade a fine anno.

L’opposizion­e grillina — ma anche Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia non saranno tenere — cercherà di accendere un faro soprattutt­o su Banca Etruria di Arezzo tra i cui amministra­tori sanzionati dalla Banca d’Italia c’era anche il padre della sottosegre­taria alla presidenza del Consiglio, la renziana Maria Elena Boschi. E che lo scontro su Etruria sarà cruento è testimonia­to anche dal fatto che Renzi ha detto di voler sfidare tutto e tutti candidando­si al Senato proprio ad Arezzo.

Mdp-Articolo 1, i bersaniani che hanno lasciato il Pd, hanno schierato in commission­e due cavalli di razza come Maurizio Migliavacc­a e Davide Zoggia. Lo scontro tra ex compagni di Partito democratic­o potrebbe essere anche cruento se, come ha detto Renzi nel suo tour alle Feste dell’Unità, si accenderà un faro anche sui rapporti politica-banche: non solo ad Arezzo, con Etruria, ma anche nel Salento, roccaforte di Massimo D’Alema, con Banca 121 e a Siena con il Monte dei Paschi.

L’ipotesi Casini Casini potrebbe presiedere la commission­e, altolà delle opposizion­i

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