«Dreamers», ora Trump cerca l’intesa con i dem
A sentire i leader parlamentari dei democratici, Chuck Schumer e Nancy Pelosi, c’è un accordo con Donald Trump sui dreamers, i figli degli immigrati illegali. Per lo Speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, invece, «non ci sono negoziati in corso e non ci sono intese, il presidente sta solo parlando con i democratici, ma siamo noi repubblicani la maggioranza del Congresso». Le ultime mosse di Trump hanno disorientato i conservatori e sorpreso i progressisti. Da dieci giorni il leader della Casa Bianca ha aperto un dialogo con l’opposizione tutt’altro che formale e scontato. E, soprattutto, senza consultare la leadership del partito repubblicano. Ryan e il capo della maggioranza al Senato, Mitch McConnell, avrebbero voluto fare da soli. Ma Trump non vuole rischiare un altro fallimento come con l’Obamacare: 5-6 mesi di scontri senza approdare a nulla. Certo, il tema dell’immigrazione è il più insidioso. Il 5 settembre scorso il governo ha abrogato il programma Daca, «Deferred Action of Childhood Arrivals». Circa 800 mila giovani rischiano di essere espulsi dagli Usa il 5 marzo 2018, quando scadrà la copertura legale del provvedimento voluto nel 2012 da Obama. Ieri Trump ha twittato: «Davvero c’è qualcuno che vorrebbe cacciare questi giovani bravi, istruiti, realizzati?». L’ala più conservatrice della sua base, a cominciare dal sito Breitbart, minaccia la sommossa. Ma le carte sono in mano alla Casa Bianca e la trattativa con i democratici è già molto avanti: si cerca una formula per regolarizzare gradualmente i dreamers; in cambio Trump chiede fondi per «la sicurezza dei confini». Che significa? Al momento sembra che Donald punti a rinforzare «le barriere già esistenti», come ha twittato. E il Muro promesso? «Ne parleremo più avanti».