Romano Prodi: questa Unione è un pane cotto a metà
«Determinati a camminare nel solco tracciato da frate Francesco, cercare di costruire ponti piuttosto che alzare muri, proponiamo ad Assisi la sfida di un’umanità che si vuole incontrare, che vuole dialogare». Con questo obiettivo, dichiarato da padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro convento di Assisi, si è aperta ieri la terza edizione del «Cortile di Francesco». Quattro giorni di confronti tra credenti e non credenti, con 50 dibattiti e 120 relatori, incentrati su un tema: «Il cammino». Per comprendere dove sta andando l’Europa, hanno discusso, ieri sera, Romano Prodi e il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana che, citando Giorgio La Pira, ha lanciato l’auspicio di un’Europa unita e più prossima alle popolazioni. L’Europa? «Un pane cotto a metà — dice il due volte premier ed ex presidente della Commissione europea che introdusse l’euro come moneta unica —: sì alle proposte di Juncker, ma bisogna aspettare che vengano messe in pratica». Il terremoto? «Sono stati stanziati tanti miliardi, ma spesi pochi milioni». Lo Ius Soli? «Non riguarda i disperati che arrivano dal mare. Ma cittadini che sono e devono continuare a essere considerati italiani». L’assoluzione di Mastella? «Ieri (l’altro) è stato assolto lui, il giorno prima il sindaco di Venezia. Qualcosa non funziona. O si affronta il problema della struttura, principalmente il problema della giustizia, o è difficile che potremo risalire». E ancora: «Se abolissimo il Tar e il Consiglio di Stato il Pil crescerebbe subito del 5%». Romano Prodi conquista la platea della Basilica Maggiore di Assisi. E alla domanda di un futuro ritorno ride: «Credo che un buon senso io ce l’abbia, quando ci furono le elezioni del presidente della Repubblica io ero in Africa e non ho nemmeno minimamente pensato di poter essere eletto. Questo è il momento per me di fare il predicatore. E meglio che predicare in questa Basilica che c’è?». Ad aprire l’evento era stata, in mattinata, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che, assieme al custode del Sacro Convento d’Assisi, padre Mauro Gambetti, e al presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, aveva riflettuto su la «Rete e la degenerazione del linguaggio: parole ostili». Serve pace e rispetto nei gesti, ma anche nelle parole, hanno auspicato. E il ministro ha annunciato «una campagna» dedicata al rispetto, nelle scuole.