Solo nove interventi sui 17 richiesti L’allarme e i ritardi del Campidoglio
L’ordinanza del Comune e il via alle bonifiche. Le critiche a Raggi
Nove interventi di disinfestazione a fronte di 17 aree «critiche» indicate dall’Asl. Tre giorni dopo lo scoppio del caso a Roma ma a una settimana dalle richieste di intervento da parte della Regione, il Campidoglio si muove in ritardo sulla Chikungunya.
L’emergenza nel Lazio è lunga una settimana e ha prodotto 27 contagi di cui 17 nella Capitale, tanto che è stato deciso il blocco delle donazioni di sangue nelle zone dei primi contagi. Al Comune sono arrivate le diffide (la prima lo scorso 7 settembre) e le accuse di ritardi da parte della Regione, e c’è stato pure lo scontro con il ministero della Salute dopo che la ministra Beatrice Lorenzin ha ribadito che le procedure di bonifica «devono essere avviate entro 24 ore dalla segnalazione di caso probabile o confermato»: quindi dovevano partire già dalla scorsa settimana. Il Campidoglio ha lasciato che rispondesse «nessun ritardo» l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari e dopo Raggi ha firmato l’ordinanza anti zanzara tigre.
E ieri sera alle 23, dopo una giornata frenetica per l’attivazione delle procedure, sono partite le disinfestazioni straordinarie nella Capitale. Nove gli interventi praticati nella notte dal personale Ama, la municipalizzata dei rifiuti del Campidoglio, cooptata in regime di somma urgenza visto che i bandi di gara relativi alla disinfestazione sono bloccati in attesa di essere armonizzati con il nuovo codice degli appalti e, quindi, di ricevere il nullaosta dell’Anticorruzione.
Le zone interessate dagli interventi che, per questioni di sicurezza collegate ai pesticidi, devono essere praticati esclusivamente di notte previo avvertimento alla cittadinanza, sono tutte tra Roma est e Roma sud (Asl Roma 2) che dalla via Tiburtina arriva fino al quartiere Decima, a poca distanza dall’Eur. Una porzione di città che comprende quartieri popolosi come l’AppioTuscolano, il Prenestino, il quartiere Collatino e San Giovanni: circa 1,3 milioni di romani a rischio contagio.
Il Dipartimento tutela ambientale del Comune di Roma che coordina gli interventi straordinari e che — fin dalla delibera «anti larva» di zanzara firmata da Raggi lo scorso 26 aprile — si occupa della gestione ordinaria del fenomeno, ha precisato di aver «organizzato disinfestazioni straordinarie su precisa indicazione dell’Asl». Quindi a ogni luogo indicato dall’Asl avrebbe dovuto corrispondere un intervento da parte dei disinfestatori Ama. In realtà, però, al momento i numeri non collimano e anche nei Municipi colpiti da contagio, dal IV al IX, non si sa nulla sulle modalità scelte dal Campidoglio per la bonifica: l’Asl aveva indicato al Dipartimento Ambiente 17 punti critici in tutto il quadrante interessato, aree battezzate «a rischio» per la presenza di acquitrini o serbatoi d’acqua a cielo aperto. E quindi da considerare di «priorità assoluta» per i primi interventi degli addetti comunali.
Non solo. L’Asl nel contatto con il Comune ha anche specificato che «la copertura deve essere subito estesa a tutta la città visto che la prolungata siccità e il caldo associato al nubifragio di domenica scorsa hanno finito con il creare l’habitat ideale per la proliferazione delle zanzare tigre», il principale veicolo di trasmissione del virus Chikungunya. Mentre il Campidoglio, ieri notte e senza pubblicare sul sito istituzionale la lista dei luoghi prossimamente oggetto di disinfestazione, ha praticato solo nove interventi lasciando il resto alla seconda tranche che partirà oggi dalle 23.
I servizi bloccati Il nodo dei bandi di gara per i servizi anti zanzare bloccati dal nuovo codice appalti