L’uragano Trump cambia la sua rotta
L’uragano Trump che ha sconvolto la politica Usa, destabilizzato il rapporto tra informazione e opinione pubblica e alterato gli equilibri geopolitici rendendo problematiche le relazioni di Washington coi suoi stessi alleati, ora investe in pieno anche l’attività di governo e il confronto col Congresso. La cena alla Casa Bianca del presidente coi leader democratici di Camera e Senato, Nancy Pelosi e Chuck Schumer, è ancora avvolta nella nuvola di polvere delle contrapposte interpretazioni del (presunto) accordo sugli immigrati. Steve Bannon, tornato nella trincea di Breitbart, accusa il suo ex datore di lavoro di essere pronto a varare un’amnistia. Un’altra radicale, Laura Ingraham, scalpita vedendo in pericolo il muro al confine col Messico. Trump nega di pensare ad amnistie ma, dopo averli condannati all’espulsione, ora vuole salvare i «dreamers», i figli degli immigrati illegali. Quanto al muro, si farà, ma in un secondo momento, forse declassato a rafforzamento delle recinzioni già esistenti. Quando la polvere si depositerà avremo qualche elemento di giudizio in più, ma è chiara fin d’ora, fin dalla scelta di non invitare alla cena i leader del suo partito, la volontà di Trump di sparigliare, di demolire i meccanismi tradizionali della politica americana. Incauto apprendista stregone o «bulldozer» a ragion veduta, il presidente è, comunque, destinato a lasciare un segno profondo. Accennando a un capovolgimento di alleanze rischia di perdere il sostegno di una parte della sua base (dando fiato a chi sospetta che non intenda ricandidarsi), ma getta nel caos l’«establishment» repubblicano. Il partito democratico, da mesi all deriva, si trova tra le mani un insperato salvagente. Ma per lui la partita vera è quella della sanità, non l’immigrazione. E se Trump non cambia rotta anche sulla sua politica di lento strangolamento di Obamacare, al fronte dei progressisti non resterà altra scelta che convergere sul progetto di riforma «europea», con lo Stato pagatore unico, rilanciata con grande tempismo proprio in questi giorni, da un Bernie Sanders rinvigorito e sempre più centrale nel dibattito della sinistra americana. Consapevole o no, Donald Trump potrebbe trovarsi a dare le carte anche al fronte dei suoi oppositori. Se cambia rotta pure sulla sanità potrebbe ridare fiato alla vecchia guardia democratica che ha sostenuto la riforma di Obama. Se tiene duro finirà per tirare la volata dell’altro grande populista della politica americana.