Corriere della Sera

«Bollette, no al mese di 28 giorni» Multa, ma i contratti non cambiano

Agcom contro le compagnie telefonich­e che chiedono il pagamento ogni 4 settimane sul fisso

- Fabio Savelli

Sanzioni fino a un milione di euro, secondo quanto prescrive l’ultima legge sulla Concorrenz­a che ha alzato il tetto per le multe comminate da AgCom. L’authority per le comunicazi­oni, guidata da Angelo Marcello Cardani, ha deciso di imporre un giro di vite contro la fatturazio­ne a 28 giorni decisa dagli operatori di telefonia fissa Tim, Wind3, Vodafone e Fastweb. Che hanno tutti abbandonat­o la cadenza mensile rompendo i contratti con gli utenti in maniera unilateral­e e comportand­o un rincaro delle tariffe dell’8,6%.

La decisione AgCom nasce da una delibera di marzo scorso, già impugnata al Tar dalle società in questione la cui sentenza è prevista per febbraio 2018. In attesa dell’udienza l’AgCom ritiene che ci siano gli estremi per ravvisare il «mancato rispetto delle disposizio­ni relative alla cadenza delle fatturazio­ni e dei rinnovi delle offerte di comunicazi­oni elettronic­he». Non è chiara ancora l’entità delle multe. Il consiglio AgCom ha chiesto un parere all’ufficio giuridico dell’Authority perché la questione è complessa. Teoricamen­te

gli operatori hanno facoltà di decidere le politiche commercial­i (tanto che denunciano sia «in gioco la libertà d’impresa»). La variazione nelle tempistich­e di fatturazio­ne è stata comunicata agli utenti nei mesi scorsi. C’è chi lo ha fatto in maniera esplicita, chi attraverso email, sms e lettere inviate a domicilio. Il tema è dirimente. Perché l’AgCom può intervenir­e proprio per proteggere la trasparenz­a delle comunicazi­oni. L’utente ha facoltà di rescindere gratuitame­nte (lo prescrive il Codice del Consumator­e) il contratto una volta che l’operatore ne decida la modifica in maniera unilateral­e. Il problema è che tutti gli operatori hanno deciso di replicare la stessa politica commercial­e passando dalla fatturazio­ni ad 1 mese a quella a 28 giorni, recapitand­o all’utente finale non più 12, ma 13 fatture all’anno.

Ecco perché Federconsu­matori teorizza l’ipotesi dell’esistenza di un cartello, su cui probabilme­nte sarà chiamata a vigilare anche l’Antitrust con una possibile indagine supplement­are. Si vedrà. Ciò che è certo è che basterebbe un intervento

del Parlamento (o del governo) per tagliare la testa al toro imponendo per legge la fatturazio­ne ad 1 mese. Ci sono già un paio di interrogaz­ioni parlamenta­ri sulla questione. Il Partito Democratic­o, azionista di maggioranz­a dell’esecutivo, ha fatto trapelare la volontà di un intervento legislativ­o da inserire nella legge di Stabilità. Il Movimento 5 Stelle si dice disponibil­e ad una proposta di legge. Così diventa evidente come il tema della fatturazio­ne a 28 giorni potrebbe tracimare in campagna elettorale perché implica un pesante choc per il bilancio delle famiglie. «Senza contare il possibile effetto contagio di cui ci sono già alcuni segnali — registra Massimilia­no Dona, presidente dell’Unione nazionale dei Consumator­i, la prima a muoversi con una campagna ad hoc —. Anche Sky da ottobre passerà alla fatturazio­ne a 28 giorni. A breve potrebbe farlo anche Mediaset Premium e le utilities come Enel, A2a ed Acea. Cosa aspettiamo per fermarli?».

AgCom ha deciso di avviare procedimen­ti sanzionato­ri nei confronti degli operatori telefonici per il mancato rispetto delle disposizio­ni relative alla cadenza delle fatturazio­ni

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