Su Vivendi la Consob francese
Notifica al governo della «direzione e controllo» di Tim
Anche se un po’ tardiva, a Palazzo Chigi sta per arrivare la notifica di Vivendi sul ruolo assunto in Tim. Non quello di controllo, come ha stabilito mercoledì la Consob, ma di «direzione e coordinamento». La comunicazione è attesa per oggi, anche se non c’è nulla di scontato. Potrebbe essere un modo per Vivendi di evitare, o mitigare, una sanzione per omessa notifica che dopo la decisione Consob appare sempre più vicina.
Decisione che è stata trasmessa alla Amf (la Consob francese) perché valuti il da farsi. Gli uffici della Commissione non possono infatti imporre nulla a Vivendi in quanto francese. L’autorità di Parigi si è già mossa chiedendo alla media company presieduta da Vincent Bolloré di spiegare in modo dettagliato le ragioni per le quali ritiene di non avere il controllo di Tim. Nella sua analisi l’Amf terrà conto degli standard contabili internazionali Ifrs, attraverso cui potrebbe imporre a Vivendi il consolidamento di Tim. Un’ipotesi che in realtà non sembra preoccupare più di tanto. Il gruppo parigino ha un indebitamento molto basso, 1,8 miliardi, a cui si aggiungerebbero 7 miliardi da Tim (il consolidamento sarebbe integrale, con la successiva elisione della parte di spettanza delle minoranze), ma anche 500 milioni di Ebitda e 400 milioni di utili. Dal punto di vista dei ratios finanziari, a cui guarda il mercato, non cambia molto e forse è anche pe questo che ieri in Borsa Vivendi ha retto, chiudendo in calo dello 0,9%.