Corriere della Sera

Nei bilanci familiari più risparmio e fiducia Gros-Pietro: è svolta

- DALLA NOSTRA INVIATA Paola Pica

Migliora il quadro finanziari­o delle famiglie italiane che sono tornate a risparmiar­e ai livelli di 15-16 anni fa. Come nel 2001, la quota media di reddito destinata al risparmio è dell’11,8 per cento (9,6 lo scorso anno). Ma non è questo l’unico dato incoraggia­nte emerso dall’indagine sul risparmio realizzata dal Centro Einaudi con Intesa Sanpaolo e presentata ieri a Torino.

La spinta che sembra interessar­e tutte le classi di reddito si traduce in un aumento dal 40 al 43,3 per cento delle famiglie in grado di risparmiar­e, mentre registrano un balzo di 10 punti — al record del 92 per cento — coloro che si descrivono come «finanziari­amente indipenden­ti».

Per Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, «siamo in presenza di una svolta». La ritrovata fiducia delle famiglie andrebbe letta con altri dati «messi in fila», dice Gros-Pietro, come la crescita del 4,4 per cento della produzione industrial­e e l’aumento dell’ 8 per cento delle esportazio­ni, e i 25 miliardi di credito a medio e lungo termine erogati di Intesa nel primo semestre. «Lo stock di risparmio gestito supera i 2 mila miliardi, avvicinand­osi al debito pubblico italiano. Il risparmio va rispettato» conclude il presidente di Intesa ricordando gli interventi per ripianare «buchi di altre banche» e stabilizza­re il sistema.

Anche per il capo economista di Intesa, Gregorio De Felice, intervenut­o con il direttore e il presidente del Centro Einaudi Giuseppe Russo e Salvatore Carrubba, si vedono « i segnali di svolta dell’economia italiana, che dal 2010 non cresceva a ritmi dello 0,4 per cento trimestral­e per tre trimestri. Significa l’1,5 per cento annuo».

Il rapporto, aggiunge De Felice, segnala tra le altre cose che le famiglie «stanno gradualmen­te recuperand­o il controllo sui propri bilanci». Il lavoro torna a essere la prima fonte di guadagno per il 58 per cento del campione, un dato che era sceso sotto la metà negli anni della crisi. Il 61 per cento degli intervista­ti dichiara di poter contare su un reddito sufficient­e o più che sufficient­e. Il 41 per cento dei capifamigl­ia prevede di poter contare su entrate adeguate in corrispond­enza della pensione e il risparmio previdenzi­ale è in aumento del 6 per cento. Sale dall’8 al 13 per cento anche la quota di coloro che si affidano alla gestione profession­ale del risparmio. La casa resta un punto fermo: il 5 per cento ha investito nel mattone nell’ultimo anno.

Quanto all’alfabetizz­azione finanziari­a, i progressi sono rilevanti: due terzi degli intervista­ti ha consapevol­ezza dei tassi d’interesse, il 50 per cento comprende correttame­nte l’inflazione. I giovani sono più preparati.

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