Meo e l’Italbasket «Per ripartire ci serve ambizione»
Sacchetti: «Mancano progetti e bravi istruttori»
«Assolutamente sì. E aggiungo: perché la Finlandia spedisce un Markkanen negli Usa e il ragazzo completa il ciclo formativo mentre i nostri che hanno fatto scelte simili sono tornati indietro prima? E’ una balla che in America non si impara».
Una caratteristica dell’Italia all’Europeo è stata puntare sul tiro da tre e sugli scarichi, anche quando era logico concludere in entrata.
«Credo fosse la nostra coperta di Linus: non avevamo chi battesse l’uomo e non abbiamo giocatori da post basso. Rinunciare al gioco interno era l’unico modo per aggirare il problema: speriamo di ritrovare una bidimensionalità».
Meo Sacchetti lavorerà e sperimenterà?
«Non chiedo di avere un Doncic; mi basta trovarne mezzo tra un po’. Seguirò la traccia di Messina, senza scimmiottarlo».
Il presidente Petrucci ha preannunciato la riforma del settore squadre nazionali. Ne sa nulla?
«Per ora no. Spero che a breve mi spieghi che cosa ha in mente».
Sacchetti, serve più pazienza o più fiducia?
«No, più ambizione. Voglio giocatori che pensino di essere buoni e che lo dimostrino. Gente che stia in palestra finché non la cacciano, che fatichi con il sorriso. Il basket è un gioco: un tempo lo facevamo gratis, oggi ci pagano pure». Passaggio di consegne Meo Sacchetti con Ettore Messina, passato e futuro in Nazionale (Ciamillo)