Corriere della Sera

Meo e l’Italbasket «Per ripartire ci serve ambizione»

Sacchetti: «Mancano progetti e bravi istruttori»

- Flavio Vanetti

«Assolutame­nte sì. E aggiungo: perché la Finlandia spedisce un Markkanen negli Usa e il ragazzo completa il ciclo formativo mentre i nostri che hanno fatto scelte simili sono tornati indietro prima? E’ una balla che in America non si impara».

Una caratteris­tica dell’Italia all’Europeo è stata puntare sul tiro da tre e sugli scarichi, anche quando era logico concludere in entrata.

«Credo fosse la nostra coperta di Linus: non avevamo chi battesse l’uomo e non abbiamo giocatori da post basso. Rinunciare al gioco interno era l’unico modo per aggirare il problema: speriamo di ritrovare una bidimensio­nalità».

Meo Sacchetti lavorerà e sperimente­rà?

«Non chiedo di avere un Doncic; mi basta trovarne mezzo tra un po’. Seguirò la traccia di Messina, senza scimmiotta­rlo».

Il presidente Petrucci ha preannunci­ato la riforma del settore squadre nazionali. Ne sa nulla?

«Per ora no. Spero che a breve mi spieghi che cosa ha in mente».

Sacchetti, serve più pazienza o più fiducia?

«No, più ambizione. Voglio giocatori che pensino di essere buoni e che lo dimostrino. Gente che stia in palestra finché non la cacciano, che fatichi con il sorriso. Il basket è un gioco: un tempo lo facevamo gratis, oggi ci pagano pure». Passaggio di consegne Meo Sacchetti con Ettore Messina, passato e futuro in Nazionale (Ciamillo)

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