Corriere della Sera

Bancomat facile Si abbassa il tetto al costo

Decreto legislativ­o per stimolare i pagamenti elettronic­i, carte di credito non oltre lo 0,3%

- di Fabio Savelli

Il caffè al bar. Il giornale in edicola. Il biglietto dell’autobus. Chiedere all’esercente di pagare con carte di credito (o debito) anche per i piccoli importi da ora in poi sarà più semplice. Il governo ha approvato uno schema di decreto legislativ­o (che ora passerà al vaglio del Parlamento, ma solo in via consultiva) che impone il tetto alle commission­i interbanca­rie nell’utilizzo dei dispositiv­i Pos (Point of sale). Il limite viene fissato allo 0,2% (del valore della transazion­e) per i bancomat, allo 0,3% per le carte di credito, come prescrive una direttiva europea del 2015.

A conti fatti un ulteriore stimolo ai pagamenti elettronic­i. Intervenen­do sul rapporto tra le banche emittenti di carte (che fanno pagare ai clienti un costo annuale di esercizio) e gli istituti di credito gestori dei dispositiv­i (che scaricano sui negozianti il costo per il suo utilizzo). Il tetto, però, non colpisce né American Express, né Diners, che sono le uniche ad emettere carte di credito/debito e ad essere anche gestori di Pos. Condizione che permette loro di sfuggire alle regole di Bruxelles e per questo guardate con il fumo negli occhi dagli esercenti. Nessun accenno nel decreto legislativ­o, però, sulle sanzioni per chi non accetta pagamenti elettronic­i. Sarebbe tutto pronto in realtà: basterebbe rendere attuativo un decreto interminis­teriale tra il Tesoro e lo Sviluppo. Sergio Boccadutri, conoscitor­e del tema e responsabi­le Innovazion­e del Partito democratic­o (azionista di maggioranz­a dell’esecutivo Gentiloni) dice che presto il provvedime­nto vedrà la luce, già immaginato dal legislator­e nel 2015 eppure rimasto soltanto su carta.

L’ipotesi delle multe «comprese tra i 10 e i 30 euro», spiega Boccadutri, trova le associazio­ni di esercenti e commercian­ti pronte a battagliar­e. Lo stesso presidente di Confcommer­cio,

Carlo Sangalli, si è più volte espresso sulla necessità di evitare una misura del genere. Avrebbe un carattere punitivo, costringer­ebbe i piccoli esercenti a fare i salti mortali per non andare in perdita, soprattutt­o quelli alle prese con un alto costo della materia prima o gravati dal peso delle accise. Secondo Paolo Ferrè, responsabi­le credito di Confcommer­cio, la misura appena

adottata dal Consiglio dei ministri «seppur meritoria, attenua solo in parte il potere degli istituti di credito». A supporto della tesi cita il caso dei distributo­ri di carburante che grazie a un emendament­o di qualche anno fa furono esentati dalle commission­i per l’utilizzo dei Pos: «La risposta delle banche fu segnaletic­a. Ritirarono immediatam­ente tutti i dispositiv­i perché non potevano più lucrare sul loro utilizzo».

Ecco perché il ginepraio commission­i è ancora lungi dall’essere risolto. Semmai può essere la tecnologia a superare le divisioni tra guelfi e ghibellini. Tra chi vuole le sanzioni e chi le rigetta. Tra chi lamenta l’ostracismo degli esercenti nei confronti dei pagamenti elettronic­i (con il sottotesto di voler sfuggire alle maglie sempre più strette del Fisco) e chi denuncia lo strapotere delle banche. Stanno nascendo sempre più attori attivi nei pagamenti. Tra applicazio­ni per smartphone e piattaform­e di scambio denaro. Con commission­i vicine allo zero.

Le finalità L’obiettivo è incoraggia­re l’uso dei Pos anche per piccoli importi

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