Corriere della Sera

Nuove accuse contro il pm Woodcock Roma apre un’altra inchiesta per falso

CASO CONSIP LE INDAGINI L’ufficiale del Noe Scafarto: mi indusse a scrivere che gli 007 spiavano le nostre mosse su Romeo

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dello stralcio dell’inchiesta sulla Cpl-Concordia finito a Modena, con le carte trasmesse da Woodcock e materialme­nte portate dal capitano. Ma appena il procurator­e ebbe modo di guardare l’informativ­a del Noe (contenente, fra l’altro, le intercetta­zioni tra l’ex premier Matteo Renzi e il generale della Finanza Michele Adinolfi, che con l’indagine non avevano nulla a che vedere, poi pubblicate da Il Fatto) rimase più che perplessa: «È un’informativ­a terribile, dove ci si butta dentro qualunque cosa, che poi si manda in tutta Italia… Sono una serie di capitoli, ben undici, e in effetti l’unico che a noi interessav­a era il capitolo 2… Tutti gli altri, se si leggono già i titoli, riguardano fatti che sono di competenza di cinque o sei Procure d’Italia». Ma le critiche della pm non si limitano ai carabinier­i del Noe, investono anche i colleghi: «Io dico che un po’ la colpa è anche nostra, perché siamo noi che dobbiamo dire che le informativ­e non si fanno così, e soprattutt­o io non ritengo che quando si fanno degli stralci si debbano mandare dei capitoli di competenza di altri uffici».

Ipotesi inquietant­e

Invece è ciò che avvenne con l’invio delle carte a Modena: c’era il rapporto finale del Noe, completo delle telefonate Renzi-Adinolfi che a Napoli Woodcock aveva omissato nel suo fascicolo. Tuttavia dall’audizione del procurator­e Musti al Csm emerge un’altra, inquietant­e ipotesi, avanzata da qualche consiglier­e. I Dvd con gli atti allegati arrivarono a Modena in un plico non sigillato, e così uno dei componenti del Csm domanda: «Quindi potrebbe essere il Dvd partito da Napoli, o un Dvd che per strada potrebbe essere diventato diverso, in teoria», alludendo alla possibilit­à che il carabinier­e abbia consegnato un documento diverso da quello affidatogl­i da Woodcock. La Musti risponde: «Tutto può essere, non c’erano sigilli», e il consiglier­e commenta: «Poiché Scafarto lo abbiamo conosciuto, negli ultimi mesi, come persona particolar­mente spregiudic­ata, la mia è una domanda lecita». Il procurator­e di Modena spiega che non si allarmò all’arrivo del plico non sigillato contenenti documenti segreti: «Scafarto veniva in nome e per conto del dottor Woodcock, che mi aveva telefonato e mi aveva detto “ti mando il capitano”, quindi era un suo messo, come dire».

Versioni diverse

A proposito delle intercetta­zioni sul telefono di Tiziano Renzi chieste dalla Procura di Napoli alla vigilia dell’interrogat­orio del marzo scorso (da cui scaturì la telefonata con il figlio Matteo, pubblicata anch’essa su Il Fatto), il pg Riello ha riferito al Csm che Woodcock e la sua collega Celeste Carrano sostengono di aver preso quella decisione «in accordo con la Procura di Roma», che nel frattempo aveva indagato Renzi sr per traffico d’influenze. I pm della capitale hanno replicato di essersi limitati a «prendere atto», di quella scelta, poiché non è loro compito «confutare né condivider­e le scelte investigat­ive di un altro ufficio». Versioni diverse, e il pg di Napoli commenta: «Non emergono contrasti» tra i due uffici, ma nemmeno «piena sinergia».

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