Corriere della Sera

Il capitano Ultimo contrattac­ca Ma ora rischia la sospension­e

La replica alla pm e le accuse ai politici. Interviene la ministra Pinotti

- (foto Benvegnù - Guaitoli) fsarzanini@corriere.it

Monta la polemica sul «caso Consip» ed esplode la rabbia del colonnello Sergio De Caprio, il «capitano Ultimo». Quanto basta perché una nuova bufera si scateni sull’Arma dei carabinier­i, a pochi giorni dall’inchiesta sui due militari accusati di aver stuprato due studentess­e americane a Firenze. Perché dopo le bordate lanciate dall’ufficiale contro il procurator­e di Modena Lucia Musti, ma soprattutt­o contro «politici e ministri», interviene la titolare della Difesa Roberta Pinotti e chiede «al Comando generale di valutare le sue parole per capirne l’opportunit­à». L’obiettivo è chiaro: far avviare un procedimen­to disciplina­re, prendendo in consideraz­ione un’eventuale sospension­e. Una strategia nuova, visto che già in passato «Ultimo» — famoso per aver guidato la squadra che nel 1993 catturò Totò Riina — ha avuto contrasti e atteggiame­nti «ribelli» con attacchi rivolti sia all’interno, sia all’esterno dell’Arma senza mai subire conseguenz­e così gravi come quelle paventate adesso.

«Linciaggio mediatico»

Esterna attraverso l’agenzia Ansa il colonnello De Caprio e alle rivelazion­i del procurator­e di Modena Lucia Musti sulle «pressioni» che lui e il capitano Gianpaolo Scafarto avrebbero esercitato nell’inchiesta sulla «Cpl Concordia», l’ufficiale che all’epoca guidava il Noe risponde: «Non l’ho mai forzata in nessuna cosa, abbiamo sempre svolto le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà. Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri». Parla di «linciaggio mediatico con insinuazio­ni e falsità da alcuni organi di disinforma­zione funzionali alle lobby che da anni cercano di sfruttare il popolo italiano».

Assicura di non aver «mai avuto esaltazion­i o esagitazio­ni neanche quando abbiamo arrestato Riina, perché la lotta anticrimin­e appartiene solo al popolo e noi non usiamo il popolo per i nostri fini, o per avere Nel ‘93 I carabinier­i che presero Riina, guidati da Ultimo dei voti, lo serviamo e basta». Poi si rivolge a «Dario Franceschi­ni, Luigi Zanda, Michele Anzaldi, Pino Pisicchio che paventano colpi di stato e azioni eversive da parte del Capitano Ultimo e di pochi disperati carabinier­i che lavorano per un tozzo di pane. Stiano sereni tutti, perché mai abbiamo voluto contrastar­e Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere, mai abbiamo falsificat­o alcunché».

Il ritorno dai Servizi

Parole che hanno l’effetto di una bomba. «Ultimo» non è nuovo a esternazio­ni simili, ma mai il livello dei suoi attacchi era stato così violento. Non aveva protestato in maniera tanto veemente nel 2000, quando venne trasferito al Noe dal Ros, dove aveva creato il Crimor, l’Unità militare combattent­e. Né quando è finito sotto inchiesta per corruzione nell’ambito della vicenda Sistri, il sistema di controllo dei rifiuti. O ancora due anni fa, quando fu proprio il generale Del Sette a privarlo della delega sulle indagini compiute dal Noe. Oltre un anno fa era stato trasferito ai servizi segreti, all’Aise, ma nel luglio scorso i vertici dell’agenzia hanno ritenuto di farlo rientrare insieme ai suoi sottoposti dopo l’apertura dell’inchiesta sui «falsi» compiuti proprio dal capitano Scafarto ma anche sulla possibilit­à che gli investigat­ori del Noe continuass­ero a tenerlo informato sull’evoluzione delle indagini. Una circostanz­a che lui ha sempre negato arrivando a dichiarare che «il rientro nell’Arma lo abbiamo deciso in maniera autonoma per evitare strumental­izzazioni sul nostro operato, sempre corretto».

Sarà l’inchiesta ancora in corso alla procura di Roma ad accertare che cosa sia davvero accaduto. Oltre alle verifiche sulla spartizion­e dell’appalto Fm4, c’è quella sulla fuga di notizie che ha tra gli indagati il ministro Luca Lotti, lo stesso generale Del Sette e il comandante della Regione Toscana Emanuele Saltalamac­chia. Sospettati di aver avvisato i vertici di Consip dell’indagine avviata a Napoli sulla spartizion­e dei lavori pubblici. E forse non è un caso che proprio dal Comando Generale arrivi «la massima fiducia nell’operato della Procura di Roma e l’auspicio che si faccia chiarezza al più presto». Anche tenendo conto che il mandato di Del Sette scade il 15 gennaio.

Le sue parole «Noi carabinier­i non usiamo il popolo, lo serviamo e basta» L’imbarazzo dell’Arma

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 ??  ?? Con l’aquila Ultimo fotografat­o assieme a una delle due aquile reali, un maschio di nome Wahir e una femmina che si chiama Lacrima, nate in cattività. Ultimo si occupa di minorenni in difficoltà alla periferia est di Roma
Con l’aquila Ultimo fotografat­o assieme a una delle due aquile reali, un maschio di nome Wahir e una femmina che si chiama Lacrima, nate in cattività. Ultimo si occupa di minorenni in difficoltà alla periferia est di Roma
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Oggi Sergio De Caprio, alias Ultimo, alle porte di Roma

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