Vitalizio, duello sulla «rinuncia» di M5S
Scatta per 608 parlamentari. M5S: vogliamo le stesse regole d’età e contributi degli altri italiani
«Sarà il loro Armageddon», la battaglia finale tra il Bene e il Male evocata dall’Apocalisse. In questo caso, a citarla è Luigi Di Maio, che si colloca dalla parte del Bene contro i partiti che vogliono difendere «un privilegio medievale». Ovvero il diritto, maturato ieri per tutti i nuovi 608 parlamentari, di andare in pensione a 65 anni con soli quattro anni e mezzo di contributi maturati.
I 5 Stelle non ci stanno e fanno un atto formale simbolico, firmando quella che definiscono una «rinuncia» al trattamento previdenziale vigente. Vorrebbero che venissero applicate ai loro parlamentari le regole per età e contributi previste per tutti i cittadini dalla legge Fornero. Richiesta inoltrata agli uffici di presidenza delle Camere. Atto che molti considerano irricevibile. Ma che costituisce anche una formidabile arma di propaganda, mentre incombono le elezioni in Sicilia e ci si prepara a quelle politiche.
Beppe Grillo lo definisce, non per la prima volta, il «DDay» dei partiti (questa volta l’allusione non è biblica ma allo sbarco in Normandia degli alleati). Alessandro Di Battista, che alla conferenza stampa cede la requisitoria finale al candidato in pectore premier Di Maio, lo spiega così: «Vi do la mia parola d’onore: la richiesta di consentire ai 5 Stelle di andare in pensione con la Fornero come i comuni mortali è una questione di giustizia sociale, non lo facciamo per il consenso. Anche se poi il consenso lo produce». Di Maio lo collega direttamente alle Regionali prossime: «In Sicilia non è una scelta tra centrodestra e centrosinistra o Cinque Stelle, ma è un referendum sul grande partito dell’abbuffata costituito da Micari, Musumeci e da tutti quelli che rappresentano in Parlamento coloro che vogliono i vitalizi e i privilegi». L’occasione è buona anche per attaccare la Lega, altro partito che potrebbe pescare in un bacino di consenso attiguo: «La Lega Nord prima parlava di Roma ladrona e ora urla al complotto: abbiano almeno la decenza di restituire i soldi e chiedano scusa».
Alla richiesta dei 5 Stelle risponde il presidente del Senato Pietro Grasso: «È una questione che valuteremo». Replicano tutti i partiti. Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato, attacca: «Che pietoso teatrino! Ma i fatti parlano chiaro e chi si accaparra il vitalizio da settembre sono tutti i parlamentari 5 Stelle e metà di quelli Pd». Per il Pd, Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, chiede di trovare il modo di contemperare due necessità: «Il parlamentare è uguale a tutti gli altri cittadini, ma svolge una funzione istituzionale che lo rende diverso da tutti gli altri cittadini. Questi due aspetti devono trovare una sintesi».
Giustizia e consenso Di Battista: «5 Stelle in pensione con la Fornero. Per giustizia, non per il consenso»