Corriere della Sera

Il capo sarà chi vince, non più Grillo E anche gli indagati potranno correre

Premiershi­p, ecco le regole: il leader si chiama fuori. Il Pd: sistema costruito per Di Maio

- Blog M5S E. B.

Una rivoluzion­e. Beppe Grillo lascia il timone dei Cinque Stelle: il capo politico sarà il futuro candidato premier del Movimento. Una scelta maturata da settimane e annunciata adesso insieme alle regole per le primarie. Ma Grillo non lascerà il Movimento, si ritaglierà un ruolo da «padre nobile», protagonis­ta e presente nei momenti decisivi. La decisione di dare contempora­neamente i due annunci non è casuale: cinque anni fa, illustrand­o i criteri di candidatur­a alle elezioni del 2013, il garante aveva istituito la figura del «capo politico», figura peraltro prevista dalla legge elettorale (l’articolo 14 bis stabilisce che i partiti indichino nome e cognome del loro leader politico). E solo l’anno scorso, a Palermo, a Italia 5 Stelle, il leader dal palco aveva annunciato il suo ritorno rivendican­do proprio quel ruolo. Ora la svolta.

La mossa di Grillo fa quasi passare in secondo piano le regole per le primarie del Movimento, pubblicate a otto giorni dalla proclamazi­one del vincitore. Gli aspiranti hanno 70 ore per presentare candidatur­a e requisiti. Entro lunedì, quindi, i big come Alessandro Di Battista e Roberto Fico sciogliera­nno la riserva. Martedì, al più tardi mercoledì, saranno pubblicati i nomi degli sfidanti. La votazione sarà certificat­a da un ente terzo.

Tra i requisiti richiesti, il fatto di non essere stati iscritti ad altri partiti. Saranno ammessi alla corsa per la leadership anche gli indagati. Però, è precisato sul blog di Grillo, ai candidati «a conoscenza di indagini o procedimen­ti penali» sarà richiesto un certificat­o che attesta l’avvenuta iscrizione nel registro degli indagati, «nonché i documenti relativi ai fatti contestati e una breve relazione illustrati­va» con autorizzaz­ione alla pubblicazi­one degli atti. Escluso invece chi ha controvers­ie disciplina­ri o legali con M5S o con Grillo. Secondo l’avvocato degli espulsi Lorenzo Borrè: «Grillo può regolament­are solo la procedura delle candidatur­e, non i requisiti per la partecipaz­ione. Il post? Presta il fianco a sei, sette motivi di impugnazio­ne».

Intanto scoppia la polemica politica. «Alle primarie M5S potranno partecipar­e anche gli indagati. Norma ad personam per Di Maio indagato a Genova. Ipocriti», scrive su Twitter il senatore Pd Stefano Esposito. «M5S è un partito dove non è più uno vale uno ma uno vuole uno: Grillo vuole qualcuno e lo mette», punge Matteo Renzi con riferiment­o a Di Maio. «Gli altri partiti che hanno candidato condannati per anni vogliono insegnare a noi la legalità», replica il blog.

Gli altri partiti hanno candidato condannati per anni e adesso vogliono insegnare a noi la legalità

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