Corriere della Sera

Web tax, primo sì da nove Paesi Ue «Ma l’obiettivo è il consenso di tutti»

Esclusa per ora la «cooperazio­ne rafforzata». Le Maire: fisco equo, interesse di tutti

- DAL NOSTRO INVIATO

Sale a nove il numero dei Paesi favorevoli alla proposta di tassare con una «web tax» il fatturato delle multinazio­nali del digitale, lanciata da Francia, Germania, Italia e Spagna per evitare l’elusione e l’evasione fiscale in Europa soprattutt­o dei giganti Usa della rete. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire nella prima giornata dell’Ecofin informale a Tallinn, in vista della discussion­e prevista oggi nella sessione conclusiva. Anche Austria, Bulgaria, Grecia, Slovenia e Lettonia vogliono chiudere la lunga stagione in cui le varie Google, Amazon, Facebook, Apple, Booking, Airbnb hanno potuto pagare tasse minime (o quasi nulle) in Paesi dove incassano introiti a volte miliardari - grazie al ricorso ai paradisi fiscali. Polonia e altri Paesi dell’Est starebbero valutando l’adesione.

«I cittadini sono irritati da queste grandi compagnie che non pagano le tasse come devono invece pagarle loro», ha affermato Le Maire, riportando l’indignazio­ne scaturita in Francia quando si è saputo che il colosso degli appartamen­ti in affitto Airbnb ha versato imposte per meno di 100 mila euro nel 2016 con circa 10 milioni di clienti francesi. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan appoggia la linea di Parigi e a Tallin ha detto che sulla web tax è «necessario dare un’accelerazi­one a un tema che ormai è maturo da tempo». Le Maire ha aggiunto che Francia, Italia, Germania e Spagna «al momento intendono raggiunger­e il consenso di tutti i Paesi». Ma, in caso di opposizion­e degli Stati membri con regimi Il Commissari­o agli affari economici della Ue, il francese Pierre Moscovici, ieri all’Eurogruppo a Tallinn da paradiso fiscale (Lussemburg­o, Olanda, Irlanda, Malta, Cipro), hanno già raggiunto il numero minimo previsto dall’Ue per procedere da soli in «cooperazio­ne rafforzata».

Oggi la presidenza estone dell’Ecofin dovrebbe assegnare alla Commission­e europea la realizzazi­one di un documento tecnico sulla «web tax». Il commissari­o Ue per la Fiscalità, il francese Pierre Moscovici, ha promesso di elencare varie opzioni per il summit dei capi di Stato e di governo sull’economia digitale del 29 settembre prossimo a Tallinn. Le Maire si è detto aperto a proposte alternativ­e, pur ribadendo che il superament­o del principio della residenza fiscale con la tassazione sul fatturato resta una soluzione «semplice e rapida». Ha escluso di volere «tartassare» le multinazio­nali Usa del digitale. E ha ammonito che «i cittadini sarebbero molto delusi» e potrebbero aumentare i consensi ai movimenti «estremisti» anti-Ue, se i governi Ue non trovassero rapidament­e soluzioni per far pagare ai «giganti di internet» quanto è «giusto» rispetto alla tassazione degli altri contribuen­ti.

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