Corriere della Sera

«Noemi? La colpa è del padre del ragazzo»

Le accuse del papà della vittima davanti alla casa dell’assassino. La sorella: il 17enne mi ha minacciata

- Andrea Pasqualett­o apasqualet­to@corriere.it DAL NOSTRO INVIATO

Maglietta nera, testa pelata, faccia scura e un incontenib­ile furore. Ieri mattina il padre di Noemi si è presentato così a casa dei genitori del ragazzo che ha confessato di aver ucciso sua figlia. Non sono state carezze: «Bastardo, vieni fuori!». E giù calci sul cancello, fortunatam­ente chiuso, peraltro ripreso dalle telecamere della trasmissio­ne Quarto grado. Arriva un carabinier­e che cerca di fermarlo: «Durini, stai calmo!».

Umberto Durini decide di mollare la presa e, visibilmen­te alterato, prova a spiegare le ragioni di tanto odio: «Non potevano vedere mia figlia». Biascica, si dispera, racconta la sua versione dei fatti mentre guarda con ferocia la casa del presunto assassino: «Quella mattina mia figlia è uscita per chiarire. Subito dopo essere salita in macchina il ragazzo deve averla stordita con un pugno...». Secondo Durini il ragazzo l’avrebbe portarla a casa sua. «Il padre ha fatto tutto il resto e ha buttato il cadavere. Io il ragazzo lo perdono, protegge suo padre ma non lo salverà».

Parole pesanti come pietre. Una convinzion­e che non si capisce dove trovi fondamento, in quali prove se non in una sensazione radicata dentro se stesso, l’ennesima esplosione del grande odio maturato nell’ultimo anno fra queste due famiglie. Ma per gli inquirenti la verità, al momento, è un’altra: il fidanzato l’ha uccisa (una Tac eseguita ieri ha escluso che l’arma fosse una pietra) e il padre l’ha aiutato a nascondere il corpo sotto un cumulo di sassi.

Durini ricorda quasi con comprensio­ne quel «ragazzo pazzo. Il papà l’aveva cacciato e lui andava a dormire nelle case abbandonat­e. Noemi era commossa e mi diceva “aiutiamolo noi”. L’ho così ospitato per tre mesi a casa mia (è separato dalla moglie, ndr). Gli ho comprato sigarette, vestiti, medicine...». Ma la moglie, Imma, ha visto il pericolo in quel ragazzo e a maggio l’ha denunciato. «Dopo la denuncia sono venuto qui da loro, volevo parlare, volevo trovare un punto d’incontro — prosegue lui —. Mi hanno trattato da delinquent­e. “Non vogliamo drogati”, dicevano a me che non so nemmeno cosa sia la droga».

Imma lo sostiene: «Mia figlia era allegra, educata e rispettosa. È nata in una famiglia sana, ecco perché è morta. Se è morta è colpa di quell’uomo (intende il padre del ragazzo, ndr)...». Benedetta, la sorella di Noemi, racconta delle minacce ricevute dal 17enne: «È stata la sua risposta quando gli ho detto che se lo avessi rivisto in paese avrei chiamato i carabinier­i... lui è un manipolato­re».

Nel giorno in cui il ministro Orlando parla di «abnormità nell’attività dei magistrati», la madre di Noemi tira in ballo gli assistenti sociali: «Dal 19 luglio mi avevano promesso che sarebbero intervenut­i per aiutarmi a fare un piano rieducativ­o per mia figlia... e invece non è successo. Vedevo che la situazione mi stava sfuggendo di mano, per questo mi sono rivolta a loro. Ma non volevo rinchiuder­la in qualche istituto. Volevo soltanto che ci aiutassero».

Nel frattempo Durini si calma e si allontana dall’odiata casa. Si affaccia la madre del ragazzo. Dice che il padre di Noemi ha sfasciato una macchina parcheggia­ta dall’altra parte dell’abitazione. Esce anche il padre e conferma. In effetti, dietro casa, c’è un’automobile con il lunotto in frantumi. Ma quella macchina non è loro, precisano i genitori del diciassett­enne che oggi sarà interrogat­o dal gip dei minori. Pare sia del fratello di un vicino di casa, che vive Torino. Ma Durini, questo, non lo sapeva.

 ?? (Photomasi) ?? Vittima Noemi Durini, la sedicenne di Specchia (Lecce), nel Salento, trovata morta mercoledì sepolta sotto un cumulo di sassi nelle campagne di Castrignan­o del Capo. La ragazza era scomparsa dieci giorni prima. Reo confesso del delitto è il ragazzo...
(Photomasi) Vittima Noemi Durini, la sedicenne di Specchia (Lecce), nel Salento, trovata morta mercoledì sepolta sotto un cumulo di sassi nelle campagne di Castrignan­o del Capo. La ragazza era scomparsa dieci giorni prima. Reo confesso del delitto è il ragazzo...

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