L’Italia si mobilita per donare sangue
Il centro nazionale: effetto Chikungunya paragonabile a una maxi emergenza. Lazio, 47 casi
Era previsto che i casi si sarebbero moltiplicati. E sono destinati a crescere ancora. Il virus Chikungunya ha colpito nel Lazio in totale 47 persone, quasi tutte residenti ad Anzio, città del litorale dove è stato individuato uno dei primi focolai. Sei quelli registrati a Roma e uno a Latina. Ieri, poi, è stato registrato un caso anche in Lombardia. Ad essere stata infettata è una ragazzina di 13 anni di origine asiatica residente a Curtatone, un comune alle porte di Mantova.
Veicolata da zanzare ormai molto diffuse in Italia, le Aedes Albopictus conosciute come zanzare tigre, la malattia sembra seguire per ora la direzione lungo il mare. Il servizio regionale di sorveglianza del Lazio, il Seresmi, sta monitorando l’espansione inviando i pazienti e le relative analisi diagnostiche all’Istituto Spallanzani. Rispetto al giorno precedente, venti le nuove segnalazioni. È stato chiesto ai Comuni di procedere tempestivamente alle disinfestazioni degli insetti che in questo periodo dell’anno, contrassegnato da piogge e caldo, si trovano in un ambiente molto favorevole.
Roma è alle prese con il blocco delle donazioni di sangue disposto nel quadrante sud, un milione 200 mila abitanti, quattro ospedali, migliaia di interventi programmati, un’intensa attività di pronto soccorso, dove arrivano cittadini da operare urgentemente. È la conseguenza più preoccupante di questo fenomeno contagioso. Il virus non provoca sintomi gravi, quello inconfondibile è il dolore alle articolazioni, ma si trasmette con le trasfusioni. L’unico modo di renderle sicure è evitare alla radice il rischio di utilizzare il sangue donato da un volontario già contagiato. La risposta agli appelli lanciati dalle associazioni è stata immediata. Per compensare la carenza di sacche per le terapie trasfusionali della Capitale, le Regioni hanno organizzato in tempi record delle raccolte straordinarie scaglionate secondo un piano concordato tra tutti i centri, Istituto superiore di sanità e ministero della Salute.
È probabile che la Chikungunya non mollerà la presa tanto facilmente, dunque gli interventi devono protrarsi nel tempo. Il fabbisogno stimato è di circa 200 o 250 sacche al giorno che dovrà provenire da aree non raggiunte dal virus e da donatori che nelle ultime settimane non hanno soggiornato a Roma, Latina e Anzio. «Le conseguenze sul sistema trasfusionale sono paragonabili a quelle di una maxi-emergenza» dicono dal Centro nazionale sangue (Cns), sottolineando che tutte le Regioni «anche quelle in difficoltà nella raccolta, hanno dato la loro disponibilità a contribuire». In 24 ore sono state raggiunte le 800 sacche. Il sistema pubblico è messo a dura prova, ma sostenuto dall’eccellente qualità della rete del sangue sia dal punto di vista organizzativo sia solidaristico, con federazioni e associazioni pronte a intervenire.
La ministra della Salute Beatrice Lorenzin sembra poco soddisfatta di come l’amministrazione della sindaca Virginia Raggi si sia mossa: «Il problema è la disinfestazione, abbiamo sollecitato gli enti locali a muoversi. Bisogna disinfestare con forza e anche con tempestività laddove si manifesta il primo caso di contagio». Il governo capitolino invece, secondo il ministro, ha temporeggiato. L’allerta era stato dato dalla Regione la scorsa settimana, le operazioni di bonifica sono partite solo giovedì, con almeno 6 giorni di ritardo. Le zanzare andavano fermate subito.
La ministra Lorenzin «Il problema è la disinfestazione, noi abbiamo sollecitato gli enti locali a muoversi»