Corriere della Sera

«Mio figlio malato dopo i vaccini Ma ai suoi fratelli non li ho negati»

Angela, 48 anni, madre di tre ragazzi ha fondato una onlus per disabili gravi

- di Fabrizio Caccia

C’era una cosa che nonna Ivana diceva sempre: «La realtà non la puoi cambiare, però puoi cambiare il tuo punto di vista e questo, un giorno, ti renderà felice». Così, anche se oggi nonna Ivana purtroppo non c’è più, l’encefalopa­tia epilettica farmacores­istente di suo nipote Andrea è una realtà con cui Angela Tomasso, figlia di Ivana e mamma di Andrea, ha imparato a convivere. Anzi, la sua vita accanto al figlio ogni giorno è piena di scoperte e anche adesso, per esempio, che lui accenna un sorriso mentre lei lo riempie di bacini, nella casa di Monte Porzio, ecco, anche questo è un momento bellissimo.

L’altra sera Angela è stata ospite di Corrado Formigli a Piazzapuli­ta su La7 e, in mezzo a questa guerra di religione in corso in Italia sui vaccini, ha raccontato la sua piccola storia: nel marzo di 17 anni fa, finalmente,

nacque Andrea, il figlio che lei e suo marito Emidio avevano desiderato tantissimo. Due mesi dopo, fu vaccinato a Monte Porzio Catone contro difterite, tetano, pertosse, epatite e polio. Due iniezioni e fu l’inizio dell’incubo. Dopo pochi giorni, mentre lo allattava, Angela notò che Andrea sbarrava gli occhi ed era sempre più rigido. Corsero all’ospedale Bambino Gesù di Roma ma nonostante tutti gli esami svolti (Tac, biopsie muscolari, punture al midollo spinale) la causa di quel male restò avvolta nel mistero, finché una commission­e medico ospedalier­a qualche tempo dopo accertò il nesso causale tra il vaccino e la patologia.

Fu proprio in quel momento, però, che i due genitori, con una forza d’animo incredibil­e, decisero di avere un altro figlio, Daniele, nato nell’ottobre del 2001 e poi ancora un altro, Francesco, venuto al mondo nel novembre del 2006. «E, pur terrorizza­ti e facendoci assistere da un grande neurologo come Andrea Pelliccia — racconta Angela —, abbiamo vaccinato anche loro. A Daniele, in verità, praticammo solo il vaccino bivalente raggiunti i 9 mesi di vita, perché a quei tempi avevamo ancora tanta paura addosso. A Francesco, invece, addirittur­a l’esavalente a sei mesi. Ma andò tutto bene, per fortuna. Perché noi, malgrado tutto, crediamo nella scienza. Non siamo no-vax e non ci piacciono i fanatismi, da una parte e dall’altra, anche da parte di certi medici».

E il bello di questa storia è che poi, pian piano, Angela Tomasso, mettendo in pratica l’insegnamen­to di sua madre Ivana, ha cambiato il punto di vista e ha trasformat­o la tragedia di Andrea in una missione da compiere per il bene di tutti i bambini con gravi disabilità. Così, nel 2011 è nata «Tartaruga onlus» il cui motto, nomen omen, è «piano ma lontano» e «lenti e inesorabil­i». Tanti campioni dello sport, la nazionale paralimpic­a di scherma, il rugbista Martin Castrogiov­anni, il lottatore Alessio Sakara, si sono già offerti come testimonia­l. La signora Angela ha scritto anche a Maria De Filippi per invitarla alla prossima TartaGala, la cena di beneficenz­a che si terrà a marzo per il diciottesi­mo compleanno di Andrea. Chissà se accetterà.

Tanti volontari si danno da fare ogni giorno. La Tartaruga, in poco tempo, è diventata un sollievo per decine di bambini e di mamme («insieme piangiamo ma ci sosteniamo anche molto»). L’idea è nata dopo che Angela aveva visitato a Osimo il centro della Lega del Filo d’Oro, innamorand­osi di quel modo di fare assistenza ai bimbi che soffrono. Consideran­doli non malati condannati al nulla, ma soggetti capaci di dare e avere tanto. «Pensai — racconta —: se mio figlio non può girare il mondo voglio che il mondo giri attorno a lui». In questi anni lo ha portato sulle giostre e le piste da sci, al mare e sull’altalena e Andrea, in cambio, le ha regalato un mucchio di sorrisi.

Dal 2014, la Tartaruga, grazie alle donazioni e alle raccolte fondi, si è dotata di una piscina multisenso­riale, l’unica per disabili presente in Italia, con le bolle di sapone, l’acqua calda a 34 gradi, la musica, il cielo stellato fatto con le luci: «Siamo come una Spa — scherza la signora Tomasso, 48 anni, soprannomi­nata dagli amici Wonder Woman per la sua carica senza fine —. Vogliamo il benessere dei nostri ospiti eccezional­i».

Il giorno delle punture Avevamo addosso tanta paura, però io e mio marito malgrado tutto crediamo nella scienza

 ??  ?? Angela Tomasso, 48 anni, presidente della Tartaruga onlus di Monte Porzio Catone, con il figlio Andrea (Fabrizio Corradetti / LaPresse)
Angela Tomasso, 48 anni, presidente della Tartaruga onlus di Monte Porzio Catone, con il figlio Andrea (Fabrizio Corradetti / LaPresse)

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