La patente? Può aspettare Fine di un «rito di passaggio»
acilla il mito della patente «subito è meglio». A partire dagli Stati Uniti, dove i costi per la gestione di un’automobile, il prezzo della benzina e nuove abitudini avrebbero spinto i «teen» in età da licenza di guida (dai 16 ai 19 anni) a ritardare quel processo che in passato segnava il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta. L’American Automobile Association, la principale associazione motoristica con 55 milioni di iscritti, ha sondato il fenomeno e ai giovani senza patente ha chiesto perché: il 44% ha risposto di non avere un’automobile, il 39% di usare forme diverse di trasporto e il 36% ha lamentato prezzi del carburante troppo alti. Sulla rivista The Atlantic, Jean Twenge, professore di Psicologia all’Università di San Diego, ha alzato il tiro in un articolo dal titolo provocatorio: «Gli smarthphone hanno distrutto un’intera generazione?». Twenge sostiene che guidare, simbolo di un’adolescenza libera insita nella cultura americana, da Rebel Without a Cause, non attrae più i teenagers di oggi, propensi a stare in casa a chattare più che a uscire per socializzare.
E in Italia come siamo messi? «Sto insegnando a guidare a due ragazzi di venti anni che fino ad oggi hanno usufruito di passaggi dalle loro fidanzate», dice Mario Viviani titolare da quattro decadi dell’autoscuola Olympia in Arezzo.
Non hanno la patente Chiara Bellemo e Camilla Dalla Bona, 19 anni la prima, due più la seconda. Per spostarsi usano BlaBlaCar, il servizio che permette di trovare e offrire un passaggio. Camilla ha già effettuato trenta viaggi «per risparmiare qualche soldo», dice e «per chiacchierare con qualcuno, anziché finire con un paio di cuffiette in treno». Chiara di passaggi ne ha prenotati venti tra Umbria, Toscana ed Emilia. È dunque in corso una rivoluzione? «Per le nuove generazioni l’uso dell’auto è più importante del possesso. I giovani sono più votati alla condivisione delle generazioni precedenti. Un trend irreversibile», sostiene Luca Mortara, direttore marketing di Share’ngo, azienda attiva dal 2015. Offre auto condivise (car sharing) con tariffe a minuti. Oggi conta 76 mila iscritti di cui 45 mila a Milano con il 46% dei clienti nella fascia 18-36 anni.
Se i diciottenni aspettano qualche mese o anno in più prima di dare l’esame di guida è anche per una questione di costi. Prendere la patente pesa sul reddito familiare. «Il mercato è libero e varia da città a città. In generale sono necessari dai 600 fino a 1200 euro — dice Viviani —. Costa l’iscrizione al corso teorico, costano le guide, di cui sei sono obbligatorie per legge».
Nelle grandi città, poi, i giovani sentirebbero meno il bisogno di avere un’auto propria. «Il 9% dei nostri clienti sono neopatentati, il 17% guida da tre anni», dice Nadia Sillano, managing director di Ubeeqo società di car sharing con servizio a partire da un’ora. E specifica: «Sono i padri che hanno utilizzato le nostre vetture a consigliarci ai figli. Abbiamo registrato un’impennata a partire dal 2013. Sapendo usare bene la tecnologia e le app, sono soprattutto gli under 25 i più vicini a questo tipo di mobilità avanzata. Milano è una piazza importante in Europa. Ci sono operatori diversi e l’utente sta imparando a non aver paura di questo servizio».
Intanto, chi non ha la patente, ma vuole almeno esercitarsi un po’ su segnali e motore può farlo sul web: Quizpatenteonline offre una simulazione d’esame con 40 domande. E chi è promosso può almeno iniziare a sognare quella Cadillac rosa cantata da Elvis Presley e Bruce Springsteen.