Etichette dei cibi, obbligatorio indicare lo stabilimento
(m.bor.) Torna l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione o confezionamento degli alimenti. Il via libera è arrivato ieri dal Consiglio dei ministri: il decreto legislativo prevede un periodo transitorio di 180 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per lo smaltimento delle etichette già stampate, e fino a esaurimento dei prodotti etichettati prima dell’entrata in vigore del decreto ma già immessi in commercio. L’obbligo era già sancito dalla legge italiana, ma era stato abrogato nel 2014 in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare. L’Italia, adesso, ha stabilito la sua reintroduzione per garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute. «Un impegno mantenuto — spiega il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina (nella foto) — nei confronti dei consumatori e delle moltissime aziende che ne hanno chiesto il ripristino. I recenti casi di allarme sanitario ci ricordano quanto sia cruciale proseguire questo percorso soprattutto a livello europeo». La legge di delega affida la competenza per il controllo del rispetto della norma e l’applicazione delle eventuali sanzioni all’Ispettorato repressione frodi.