Corriere della Sera

Anche Udine paga per la Brexit: chiude la Bob Martin

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(f. sav.) Londra-Udine. Il voto Leave del Regno Unito per lasciare appunto l’Unione europea fa una prima vittima in Italia. La Bob Martin di Sant’Osvaldo di Udine ha appena comunicato ai sindacati la chiusura del sito e la messa immediata in mobilità dei 70 dipendenti a partire dalla prossima settimana. I vertici della multinazio­nale inglese, specializz­ata nella produzione di cibo e mangimi per animali domestici, hanno spiegato ai confederal­i di essere costretti ad una riorganizz­azione degli impianti produttivi a causa delle incertezze economiche legate alla Brexit. Una decisione pesantissi­ma e, per certi versi, sorprenden­te consideran­do che soltanto a gennaio 2016 la Bob Martin aveva rilevato la fabbrica dalla Nestlé e appena sei mesi fa la proprietà aveva annunciato un piano di investimen­ti incoraggia­to da una ricapitali­zzazione di tre milioni di euro. Ora l’obiettivo è trovare un acquirente. La regione Friuli Venezia Giulia ha convocato lunedì prossimo i vertici aziendali a Trieste per tentare un ultimo compromess­o prima che arrivino ai lavoratori le lettere di licenziame­nto.

@fabiosavel­li © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lyft, Google si prepara a sfidare Uber

(giu.fer.) Google sfida Uber. Alphabet, casa madre del motore di ricerca, starebbe valutando di investire un miliardo in Lyft, la rivale americana della piattaform­a del trasporto in concorrenz­a con i taxi creata da Travis Kalanick. Se l’indiscrezi­one pubblicata da Bloomberg fosse vera, la mossa complicher­ebbe ancora di più la relazione alquanto tempestosa tra Google e Uber, che tra i suoi azionisti conta anche il gruppo di Mountain View. Nel 2013 Google ha investito 250 milioni di dollari attraverso GI, la sua società di venture capital. Ma il rapporto si è guastato all’inizio dell’anno, quando la divisione di Google per l’auto che si guida da sola Waymo, ha portato Uber in tribunale. L’accusa? Un suo ex ingegnere passato a Otto, l’unità di Uber sta sviluppand­o l’auto autonoma, avrebbe sottratto la proprietà intellettu­ale di Waymo. E questa settimana una corte della California ha respinto al richiesta di Uber di affidare la disputa a un arbitrato. L’investimen­to potenziale di Google arriva nel momento in cui Lyft, che come Uber ha sede a San Francisco, lancia il suo programma pilota per l’auto a guida autonoma. E andrebbe a ingrossare un azionariat­o che già include i big cinesi come Alibaba, il servizio di car sharing Didi Chuxing e il gruppo internet Tencent, i produttori di auto Gm, Jaguar Land Rover, i fondi Kkr e la società di venture capital Andreessen Horowitz. Tempi difficili aspettano Dara Khosrowsha­hi (foto), nuovo Ceo di Uber. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Niel sceglie Ho.mobile

(f.d.r.) Ha rimandato di qualche mese il suo debutto in Italia, atteso per la metà dell’anno, ma ora Xavier Niel è pronto ad accendere le antenne del nuovo operatore mobile «low cost». In queste settimane sta facendo i test sulla rete, come ha rivelato il «Corriere delle Comunicazi­oni» e, salvo ulteriori slittament­i, a gennaio la società inizierà ad operare. Non con il marchio Iliad né con Free, i brand utilizzati in Francia. Il nome scelto da Niel per la sfida italiana è Ho.mobile, un nome facile da ricordare che, nelle intenzioni dell’imprendito­re francese, finirà per essere abbreviato in «Ho». © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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