Corriere della Sera

Un duo a Fuoricinem­a

Gli attori siciliani hanno aperto la rassegna di Milano. I racconti di Bebe Vio, Pieraccion­i, Argentero Ficarra e Picone: «La nostra comicità nasce frequentan­do i bar Minacce di morte per le battute sulla Lega: ci diedero la scorta»

- Renato Franco

«È incredibil­e: fino a 24 anni pensavamo che nella vita avremmo dovuto lavorare. Invece siamo diventati attori. Magari nella prossima vita ci toccherà la miniera, ma in questa ci è andata di lusso». Ricordi e battute, aneddoti e riflession­i, leggerezza e profondità. Si è aperta ieri nello spazio di CityLife a Milano Fuoricinem­a, la rassegna che avvicina pubblico e mondo dello spettacolo. Tra i protagonis­ti della prima giornata — che ha visto salire sul palco anche Bebe Vio, Leonardo Pieraccion­i, Raz Degan e Luca Argentero — Ficarra e Picone, intervista­ti da Paolo Baldini (Corriere della Sera) e Giancarlo Bozzo (tra gli ideatori di Zelig).

Undici milioni di euro, il miglior incasso italiano della stagione, la storia surreale di un paese che si ribella alla pretesa del nuovo sindaco di far rispettare le regole. Con happy end al contrario: alla fine trionfa l’illegalità. Con L’ora legale i due comici nati a Palermo, entrambi nel 1971, hanno preso sul campo la laurea in sociologia. «Abbiamo un punto di osservazio­ne privilegia­to — riflette Picone —, basta frequentar­e i bar e le piazze per capire l’umore della gente. L’idea del film in fondo è semplice ed è nata lì. In qualsiasi bar senti quello che dice: ah i politici sono tutti ladri; con l’altro che ribatte: però la colpa è anche nostra che li eleggiamo». Tra le scene più divertenti del film c’è quella in cui a Pietrammar­e, paese immaginari­o della Sicilia, viene introdotta la raccolta differenzi­ata della spazzatura, «un incubo per il Sud Italia»: «Erano belli i tempi in cui potevi buttare il sacchetto dell’immondizia dalla finestra — scherza Ficarra —. Nel nostro condominio c’era il campionato, si faceva la gara a chi centrava il cassonetto». «L’evoluzione — aggiunge Picone — era il lancio dalla macchina in corsa: dovevi calcolare parabola e velocità. Non è semplice».

Raccontano gli esordi, era il 1993: «Eravamo rimasti noi due, ma avevamo ancora il nome del trio con cui avevamo debuttato, ci chiamavamo Chiamata Urbana Urgente. Fu Aldo (un terzo del trio con Giovanni e Giacomo) a suggerirci di chiamarci con i nostri cognomi. Ma è stato facile cambiare nome, perché non ci conosceva nessuno». Hanno anche un passato da plagiatori. Portavano in giro i testi di Zuzzurro e Gaspare, senza aver detto nulla ai diretti interessat­i. Esaurito il repertorio (di Zuzzurro e Gaspare) Ficarra ha l’idea giusta: «Li chiamiamo e ci autodenunc­iamo. Gli diciamo che abbiamo esaurito il loro repertorio e gli chiediamo di scrivere dei nuovi testi per noi». Faccia tosta premiata. Zuzzurro fu autore (questa volta dichiarato) del loro secondo spettacolo In tre sull’Arca di Noè. La fortuna è stata anche Zelig. «Un’esperienza meraviglio­sa e irripetibi­le: abbiamo fatto tv senza avere l’ansia di fare tv, perché sul palco di Zelig pensavamo solo a far ridere il pubblico in sala». Altro aneddoto: «Portavamo sul palco i Nati stanchi, due che facevano tutto a fatica. Quando ci chiesero di allungare lo sketch, ci limitammo a rendere l’entrata in scena ancora più lenta». Per le loro battute contro la Lega arrivarono perfino delle minacce di morte, per un periodo furono sotto scorta: «La Lega 1.0 ce l’aveva solo con i meridional­i. Ora se introducon­o il voto per gli immigrati, Salvini finirà con il prendersel­a con gli extraterre­stri».

Una carriera da polivalent­i, fatta anche di tanto teatro, come Le rane di Aristofane: «Riuscire a far ridere ancora oggi con le parole di 2500 anni fa è un’emozione ineguaglia­bile, è come fare un viaggio nel tempo».

Stanno lavorando al loro prossimo film. Quando sarà pronto? «Vediamo. Non ci piace dare appuntamen­ti. Diciamo che ci vediamo a mezzogiorn­o, che a Palermo significa un orario vago tra le 11 di mattina e le 3 del pomeriggio».

Se non avessero fatto gli attori? Ficarra ha la battuta pronta: «Probabilme­nte avrei fatto il borseggiat­ore o il ladro d’auto: anche se preferisco il primo perché stai in mezzo alla gente. Molto meglio del ladro d’auto che ti condanna a una vita solitaria».

 ??  ?? Coppia Salvatore Ficarra (Palermo, 27 maggio 1971) e Valentino Picone (Palermo, 23 marzo 1971) sono stati ieri mattatori a «Fuoricinem­a». Il loro ultimo film, «L’ora legale», è stato il miglior incasso italiano della stagione: ha staccato biglietti per...
Coppia Salvatore Ficarra (Palermo, 27 maggio 1971) e Valentino Picone (Palermo, 23 marzo 1971) sono stati ieri mattatori a «Fuoricinem­a». Il loro ultimo film, «L’ora legale», è stato il miglior incasso italiano della stagione: ha staccato biglietti per...
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Le ideatrici Cristiana Capotondi e Cristiana Mainardi, ideatrici, con il cinema Anteo, della rassegna

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