Gioie e dolori
Il dopo Vienna rovinato dall’infortunio a Conti Rottura del crociato anteriore in allenamento oggi sarà operato, si prevedono sei mesi di stop
Neanche il tempo di mandare a memoria il sorrisone di André Silva che, mentre esce con in mano il pallone dallo stadio di Vienna, si lascia andare alle prime battute («Se Cristiano Ronaldo mi ha mandato un sms? Non posso fartelo leggere»), che al Milan si sono trovati subito a dover consolare una smorfia di dolore. È quella di Andrea Conti, rimasto a Milanello per guarire del tutto dalla distorsione alla caviglia rimediata in Nazionale, ma che ieri, durante la partitella tra coloro che non avevano giocato in Europa League, è finito di nuovo k.o. di fronte agli sguardi impietriti del d.s. Mirabelli. Si è subito capito che si trattava di qualcosa di grave e gli accertamenti lo hanno confermato: rottura del crociato anteriore sinistro. Sarà operato oggi in artroscopia e la stima sui tempi di recupero è fissata in sei mesi. Stagione praticamente finita, Mondiali a rischio, morale sotto terra.
Vincenzo Montella si era svegliato ieri a Milanello con un debutto da sogno in Europa alle spalle, la tranquillità di aver trovato un nuovo modulo di riferimento, il 3-5-2, e la testa piena delle domande che in genere si fanno i ricchi, quelli che hanno le rose ampie e si chiedono come gestire il turnover di uomini (giovedì dal Milan sono usciti a gara in corsa tre nazionali: Romagnoli, Kessie, Kalinic e sono stati sostituiti da altri tre nazionali: Musacchio, Bonaventura e Suso...); nel pomeriggio l’allenatore si è trovato a fare i conti con la perdita pesantissima di uno degli acquisti più pregiati del mercato (25 milioni), peraltro perfetto proprio per giocare esterno con il nuovo modulo. Le alternative in rosa sono Abate, che ha una vocazione più difensiva, e Calabria che si candida a sua alternativa, visto che per un mesetto si giocherà ogni tre giorni. Ma Conti era stato preso apposta per spingere sulla fascia destra e tra i primi a fargli l’in bocca al lupo sui social c’è stato Suso, che incrocia spesso la sua corsa su quella zona di campo, seguito da moltissimi altri, tra cui spicca l’Inter che ha mandato un messaggio in cui si augura di vedere l’ex atalantino nel derby di ritorno: è in previsione il 4 marzo, proprio tra sei mesi. Almeno è un obiettivo.
Il Milan, invece, ha già gli occhi su domani e la sfida con l’Udinese, che lo scorso anno, tra andata e ritorno, portò via sei punti. Montella ha già fatto capire che il sistema di gioco «se non sarà 3-5-2 gli assomi-
glierà molto». Bisognerà vedere con che uomini, soprattutto davanti, perché Montella ha tante soluzioni. Può uno che ha appena segnato tre gol, è il capocannoniere del Milan con cinque reti tutte in Europa League (gli altri due segnati allo Shkendija nei playoff) e, appunto, riceve sms irriferibili da Cristiano Ronaldo (in coppia con il quale in Nazionale ha segnato nove gol in 15 presenze) riaccomodarsi in panchina quando torna l’ora del campionato? Sì, potrebbe succedere perché Montella ha un piano di crescita graduale per André Silva, che ha le caratteristiche per diventare un fortissimo centravanti, ma che deve ancora prendere le misure alla serie A. Inoltre, Montella non ha intenzione di rinunciare facilmente a uno come Suso: non a caso, lo ha buttato dentro a Vienna anche in una partita già finita, perché prendesse le misure al 3-5-2, dove farà la seconda punta. E dove potrebbe giocare già domani, magari dietro Kalinic che a Vienna è rimasto senza gol. La stessa alternanza dovrebbe riguardare Calhanoglu, in grandissimo spolvero in Coppa, e Bonaventura (che potrebbero fare anche i trequartisti nel 3-4-1-2), ma per vederli giocare assieme bisognerebbe rispolverare il 43-3. Un trasformismo tattico che, chissà, alla lunga potrebbe rivelarsi l’arma in più di questo Milan.
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